Abbiamo già affrontato l’argomento riguardante la necessità o meno di sostituire le batterie delle auto elettriche dopo diversi anni. Come raccontato in questo articolo, la convinzione che il risparmio iniziale delle auto elettriche viene vanificato dal costo del pacco batterie, che deve essere cambiato dopo alcuni anni, è totalmente infondata. Le batterie moderne sono in grado di offrire molti anni di servizio, ben oltre la vita media dell’automobile.
Ciò non significa che non abbia comunque senso seguire delle buone pratiche che permettano di preservare la vita delle batterie stesse, e cioè la loro capacità di mantenere un elevato livello di ricarica anche dopo diversi anni. Quando si parla infatti di “vita delle batterie”, ci si riferisce alla loro capacità di immagazzinare la stessa quantità di energia anche dopo diversi cicli di ricarica, senza diminuire, di conseguenza, la quantità massima di chilometri che un’auto è in grado di percorrere.
La pratica più diffusa è quella che consiglia di non far mai scaricare la batteria sotto alla soglia del 20%, e non caricarla mai sopra l’80% della capacità totale. Prima di vedere perché viene dato questo consiglio, che in realtà è valido per tutti i dispositivi a batteria, non solo per le auto elettriche, vediamo se questa regola è compatibile con l’uso di un’auto elettrica. In altre parole, è possibile usare un’auto elettrica sfruttando unicamente il 60% della capacità della batteria (tra il 20% e l’80%) o questa regola è limitante?
Prendiamo come esempio, ancora una volta, una Kona Electric con pacco batterie da 64 kWh, che permette di raggiungere un’autonomia (WLPT) di 484 chilometri. Questo valore è inteso come quello massimo, quindi sfruttando il 100% di quei 64 kWh. Riducendo questo valore al 60%, otteniamo un’autonomia di 290 chilometri. Quasi 300 km di strada percorribile non sono pochi se pensiamo a un uso quotidiano, e probabilmente saranno più che sufficienti anche nella giornata più trafficata. E siamo certi che la maggior parte delle persone percorre molti meno chilometri ogni giorno.
Dobbiamo poi far notare che quell’autonomia di 290 km corrisponde al 60% dell’autonomia totale, ma caricando le batterie a un valore massimo dell’80%, quando uscirete alla mattina in realtà la vostra autonomia corrisponderà a circa 380 chilometri (l’80%), fornendovi un ulteriore cuscinetto d’emergenza di quasi 100 km.
Questa regola del 20/80% non è frutto di una credenza popolare, bensì ha solide basi scientifiche legate al modo in cui le batterie al litio funzionano.
Spieghiamo il processo, con il massimo grado di semplificazione: una batteria è composta essenzialmente da tre elementi, un polo positivo, un polo negativo e un materiale che unisce i due poli in cui le cariche elettriche si muovono per spostarsi da un polo all’altro. Quando la batteria viene caricata, il polo positivo rilascia ioni di litio che si accumulano sul polo negativo. Questa operazione permette di immagazzinare energia.
Quando la batteria si scarica, avviene il processo inverso, quindi gli ioni di litio tornano verso il polo positivo, rilasciando l’energia che viene usata dall’automobile. La presenza degli ioni di litio nei due poli preserva la struttura atomica dei materiali che li compongono. Se uno dei due poli dovesse trovarsi, per troppo tempo, con una quantità di ioni di litio bassa, la struttura atomica andrebbe letteralmente a pezzi, compromettendone il funzionamento. Di conseguenza, ragionare con la percentuale del 20/80%, permette alla batteria di mantenere una composizione chimica interna tale da evitare danneggiamenti.
Vi è mai capitato di lasciare un dispositivo elettronico, come un vecchio telefono, scarico per troppo tempo e quando cercate di ricaricalo non funziona più.
Il caricabatterie indica che sta fornendo energia, ma la batteria non si carica. Non è colpa del telefono, né del caricatore, ma è della batteria che per troppo tempo ha subito uno squilibrio chimico interno che ha portato al deterioramento della struttura dei materiali. I poli danneggiati non sono più in grado di “spostare” la carica elettrica, e di conseguenza non può esserci l’immagazzinamento o il rilascio di energia.
Esistono comunque casi in cui caricare la batteria al 100%, o scaricarla a valori prossimi allo 0%, non è un problema. Infatti se avete un lungo viaggio da fare, potete caricare la batteria al 100% durante la notte per massimizzare l’autonomia, poiché il giorno dopo verrà subito scaricata. E se vi avvicinate allo 0%, basterà mettere l’auto in carica il prima possibile. L’importante è evitare una condizione di squilibrio protratta nel tempo.
Tutte le automobili elettriche permettono d’impostare il valore massimo di ricarica della batteria, quindi seguire questa regola non significa nemmeno dover tenere sotto controllo la fase di ricarica. I produttori stessi realizzano software che vi mostrano un range di carica ridotto, suggerendovi la ricarica totale solo in vista di viaggi lunghi. Insomma, applicare questa regola è semplice, non incide sul modo in cui utilizzate l’auto, e vi permette di prendervi cura della batteria nel miglior modo possibile.
E ricordatevi, quanto detto vale per qualsiasi batteria di qualsiasi dispositivo elettronico.
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