Con il pickup R1T al debutto su strada e fuoristrada, negli USA, la nuova Casa automobilistica Rivian è partita superando Tesla e i colossi americani (GM e Ford) nel segmento. Non solo: sul mercato finanziario (NASDAQ) la capitalizzazione è volata oltre ogni aspettativa, seguendo le orme di Elon Musk e superando i costruttori classici di auto.
Rivian: il nuovo fenomeno americano dell’auto elettrica
Il nuovo fenomeno americano dell’auto elettrica, che dal 2022 farà sempre più parlare anche in Italia, si chiama Rivian. La giovane ma ambiziosa Casa californiana nata nel 2009, con sede a Irvine, ha molte similitudini e anche alcune differenze, con la rivale Tesla, di Elon Musk.
Tra le prime non solo la vicinanza geografica, ma anche il percorso di rapida evoluzione: strutturale, con gli stabilimenti ex-Mitsubishi pronti a lavorare in pochi anni; sui social, con il marchio sempre più cliccato; e finanziaria, con un rally non comune sui mercati borsistici.
Pick-up elettrico premium R1T e SUV R1S: prestazioni elevate con guida autonoma
Il target della gamma veicoli elettrici Rivian, come e anche più di Tesla, è quello delle prestazioni elevate con guida autonoma. In pieno DNA americano, il primo prodotto non è certo berlina o citycar, ma un pick-up elettrico premium, R1T, seguito a ruota dal SUV R1S e da un Van commerciale. Per tutti ci sono già stati pre-ordini, con largo anticipo come ha insegnato proprio Elon Musk e attesa, di verificare la dinamica guida nel corso del 2022 e del 2023, su vari mercati.
Le batterie di cui si dotano i modelli Rivian sono sempre di grandi dimensioni, oltre i 100 kWh. Addirittura 180 kWh, per il primo R1T Launch edition con quattro motori e torque vectoring, da oltre 800CV complessivi. Simili potenze, dovute per il target prestazionale di mezzi capaci anche di uscire dal manto asfaltato, necessitano di colonnine altrettanto prestanti, per ricaricarsi al meglio. Il target della rete ricarica Rivian, potenzialmente, è dagli 11,5 kW fino ai 200 kW DC.
Allo stato attuale, dopo molto clamore mediatico il vanto di Robert “RJ” Scaringe, CEO Rivian, è soprattutto negli USA: l’aver compiuto prima di chiunque tra i grandi nomi (GM o Ford, oltre che Tesla stessa) l’ingresso nel segmento di pickup nativi elettrici connessi: l’R1T circola da ottobre 2021 in madre patria, con un listino prezzi equivalente a circa 60.000 euro. Tutta ancora da verificare l’evoluzione di una rete ricarica personale, come ha fatto Tesla, per il momento avviata solo in alcuni Stati americani con qualche difficoltà burocratica.
Partner e finanza
Tra le aziende interessate alla fornitura di veicoli elettrici Rivian persino Amazon, che ha non solo ordinato migliaia di furgoni elettrici per le proprie consegne future, ma anche finanziato la società arrivando a detenerne il 20%. Mentre tra quelle partner a livello tecnico, la Ford americana si è detta interessata a condividere i pianali “skateboard” Rivian, usandoli come base per propri modelli elettrici. Sulla condivisione ora avanzano dubbi, circa tempi e modelli, ma intanto anche qui ci sono stati investimenti: 12% di quota RIvian in mano a Ford, che ha beneficiato dell’apprezzamento valore.
Con simili premesse, un management brillante forte di qualche tecnico ex-Tesla, oltre che forti incentivi fiscali concessi, il titolo Rivian ha subito “messo la quarta” in quello che è stato un breve rally finanziario al NASDAQ. Con tanto di speculazioni e un valore salito oltre ogni teoria classica della finanza, al debutto: da un target di 50/60 $ per azione, a oltre 100 $ e poi un incredibile picco di 179 $. Che l’auto elettrica sia un tema forte per gli investitori è assodato, da anni, ora Rivian si è mostrata come attore davvero forte. Talmente forte da superare, in capitalizzazione seppur momentanea, il valore di qualunque costruttore storico. Solo dopo gli assestamenti, il valore complessivo dell’azienda è sceso, sotto 100 miliardi. Seconda giusto a Tesla e alla Daimler.
Che le Case auto non solo condivise nei social e ambite, ma anche a maggior valore finanziario su mercati evoluti e regolamentati, siano quelle giovani dedicate ai BEV connessi insieme a chi “inventò l’auto” (appunto, i tedeschi di Daimler – Mercedes) la dice lunga su dove stia oggi il potenziale dei veicoli a quattro ruote, verso il futuro.
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