La mobilità elettrica non è mai stata tanto presente nella nostra vita come oggi e questo lo si vede dalla tecnologia, che con il suo continuo sviluppo ci offre prodotti unici. Ma anche dagli attori in campo, che hanno saputo cogliere il momento e rendersi protagonisti. Come Be Charge, la cui Via Elettrica è un progetto davvero affascinante. Un percorso tracciato dall’azienda, con le sue colonnine di ricarica, che unisce da Nord a Sud il paese intero. Un po’ come i quadri di Salvador Dalì: ma non perché il pittore spagnolo fosse un sognatore ad occhi aperti (vero, era anche quello) ma perché era un anticipatore, un visionario diremmo oggi.
E quando mi è stato chiesto di unirmi ad un progetto tanto visionario quanto attuale, non ho avuto dubbi: La Via Elettrica di Be Charge doveva essere mia. E quindi ho pensato ad un percorso particolare, che potesse stuzzicarmi la fantasia e mostrare a tutti che sì, viaggiare in elettrico si può.E dunque, dalla mia Milano, sono partito alla scoperta dei borghi medievali lombardi. Quelli sconosciuti, quelli più piccoli e, di norma, meno battuti dai turisti ma con tantissima storia alle loro spalle. D’altronde mi son detto: con oltre 5000 punti di ricarica attivi in tutta Italia, problemi sicuramente non ne trovo. Ed effettivamente il viaggio è andato benissimo, basta pianificarlo prima. Con una semplicissima applicazione e un po’ di testa sulle spalle. D’altronde se la mobilità elettrica è una delle innovazioni sulla quale tutti i Paesi, compresa l’Italia, stanno investendo, renderla disponibile per tutti è la cosa più sensata.
E dunque eccomi, prima destinazione: Angera, provincia di Varese. Partenza da Milano, con il 95% di batteria. Viaggio sicuro, la mia Hyundai Ioniq 5 mi conferma che ho 353 km di autonomia e io ne devo percorrere circa 65. Decido di non prendere l’autostrada ma di passare dalle strade provinciali. È bello immergersi in panorami mozzafiato, perché spesso ci dimentichiamo della bellezza che abbiamo intorno. In circa un’ora e mezza vedo posti che sono lì, a portata di mano, ma che non ho mai preso in considerazione: Castano Primo, Lonate Pozzolo e su fino a Somma Lombardo. Il passaggio di un aeroplano in cielo mi ricorda che Malpensa non è poi così lontana.
L’arrivo ad Angera è assai comodo, con i miei chilometri percorsi nel silenzio del motore elettrico della Ioniq 5 e della radio, rigorosamente spenta, per gustarmi l’esterno. E quando arrivo ad Angera, con la sua Rocca Borromea guarda tutto il Lago Maggiore in un surreale silenzio, penso a cosa deve essere successo lì, nei secoli. Tra conquiste, battaglie e, per l’appunto, questa rocca che m’immagino a metà tra rifugio dal nemico e residenza estiva di qualche signorotto. Un giro nel paese, assai piccolo, passeggiando per le locande che iniziano ad emanare profumi di succulente pietanze (ma è ancora presto per fermarsi a mangiare, mi tocca far finta di nulla), i paesani intenti nelle loro ‘faccende’ quotidiane e qualche auto che passa, in strade semi deserte.
Dopo questi 65 km e l’avventura ad Angera, si va a Tremezzo, provincia di Como. Sono altri 90 km e quindi ho un’autonomia ancora talmente ampia che decido di non ricaricare e proseguire il mio viaggio. E il tratto di strada è qualcosa di sublime: perché dopo un primo pezzo ancora nella landa varesina, comunque apprezzabile, la provinciale della Selvagna mi da il via per immergermi nella natura incontaminata che mi porta verso Como e, di conseguenza, al suo ramo di lago. Un panorama che riempie sempre di gioia chi percorre quella strada, con la fortuna oltretutto di poterlo fare in una bella giornata di sole e nel silenzio del motore elettrico della Hyundai Ioniq 5 che mi permette di essere chiaramente più sostenibile: riduco le emissioni di CO2, diminuisco il caos e i rumori stradali.
E qui mi fermo e mi godo il mio borgo medievale, un vero e proprio riferimento per la borghesia italiana ed europea nei secoli precedenti. Da queste parti, infatti, erano in tanti a fermarsi nel loro ‘Viaggio in Italia’, i famosi percorsi di istruzione che i nobili permettevano ai propri figli soprattutto nel 1600 e 1700. La tranquillità domina in ogni dove nel borgo di Tremezzo. Si tratta dell’area ideale per ritrovare un po’ di pace perduta nei caotici centri cittadini, con scenari paesaggistici da sogno. È uno dei borghi barocchi più ricchi d’Italia: uno dei luoghi simbolo è Villa Carlotta, edificata sul finire del Seicento dal marchese Giorgio Clerici. Dentro si possono vedere opere dal grande valore artistico, tra le quali alcune sculture di Canova e lavori di Hayez e Thorvaldsen. E poi Villa la Carlia, realizzata nel 1676, Villa Amila e la chiesa parrocchiale di San Lorenzo.
Sosta finita, si riparte. Ed arrivare a Biennio è un attimo e nemmeno te ne accorgi. Così, dopo altri 45 km, è arrivato il momento di far riposare il bolide e di darle un po’ di nuova linfa vitale. E allora, tutti a pranzo a Varano Borghi! Prima, però, ci colleghiamo con la consueta ed estrema facilità alla colonnina di Be Charge in via Nazario Sauro e andiamo a degustare il lauto pranzo: si carica a 22 kW, è sufficiente un’ora di pausa per avere già l’80% di batteria. Il tutto avviene con estrema semplicità: inserisco il cavo di ricarica nella vettura, seleziono la colonnina sull’applicazione di Be Charge, faccio partire la ricarica, collego il cavo alla colonnina stessa e, quando il Led della stessa diventa azzurro, la carica parte. Avrei potuto utilizzare anche la tessera di Be Charge, che di fatto sostituisce l’applicazione, ma mi piace essere il più digitale possibile.
Tappa nel cremonese, a Soncino (e non vuoi prenderla un po’ di insalata da portare a casa? :-D). Qui la mia sosta mi porta al Museo della stampa. La struttura a torre di via Lanfranco è da sempre considerata la sede della stamperia della famiglia ebrea provenienti da Spira, città tedesca situata vicino a Magonza. Qui, nel 1488, fu stampata la prima Bibbia completa di segni vocalici in ebraico. Consiglio vivamente una visita, ne vale la pena. Ma è tempo di tornare a Milano, dove arrivo con ancora il 18% di batteria. Certo, la Hyundai Ioniq 5 è una signora macchina con quasi 400 km di autonomia con una ricarica piena, ma la cosa che più mi preme sottolineare è che quanto fatto dal sottoscritto, con un minimo di pianificazione, può essere fatto da chiunque, anche da chi possiede una city car con un’autonomia inferiore.
Viaggiare su La Via Elettrica di Be Charge rappresenta un cambio radicale rispetto al consueto modo di intendere il viaggio. Il che significa sposare un approccio sostenibile, green, ma soprattutto, come detto, abbracciare uno stile di vita nuovo; fatto di ricariche nei momenti di sosta invece che nei momenti di necessità, con un approccio totalmente diverso. Viaggiare con Be Charge è possibile e, che lo si voglia o no, la mobilità elettrica è già realtà e lo diventerà sempre di più: le colonnine di ricarica esistono (in Italia in totale ce ne sono oltre 24mila, come da un recente documento ufficiale elaborato da Motus-E) e la rete diventerà sempre più capillare. Non bisogna quindi avere l’ansia da ricarica, anzi: e La Via Elettrica di Be Charge ci insegna proprio questo.