State acquistando un’auto a batteria? Se si tratta della vostra prima vettura a batteria, bisogna abituarsi ad alcune nuove terminologie e sigle vicine al mondo delle auto elettriche, ben diverse da quelle utilizzate sulle auto benzina e diesel. Nulla di complesso, sia chiaro, ma le prime volte può disorientare.
Ecco perché è consigliabile un minimo di informazione per non trovarsi in difficoltà quando, per esempio, invece di trovare indicati i consumi utilizzando i litri per 100 km, saranno indicati kWh per 100 km.
BEV, kW, kWh, curva di ricarica, Tipo 2, CHAdeMO, CCS e tanto altro, termini e sigle che le prime volte possono effettivamente creare un po’ di confusione. Vediamone alcune.
BEV, PHEV… QUANTE SIGLE!
Quando si leggono articoli o approfondimenti dedicati non solo alle auto elettriche ma anche a quelle ibride, spesso troviamo sigle come BEV, PHEV e HEV. Che cosa significano? Ecco un elenco delle più utilizzate e i significati.
- BEV: Battery Electric Vehicle – banalmente, le auto elettriche
- PHEV: Plug-in Hybrid Electric Vehicle – si tratta delle ibride Plug-in
- HEV: Hybrid Electric Vehicle – le auto ibride, nello specifico le Full Hybrid
- MHEV: Mild Hybrid Electric – le ibride con tecnologia Mild Hybrid
- FCEV: Full Cell Electric Vehicle – vetture elettriche con sistema Fuel Cell ad idrogeno
CONFUSIONE TRA KW E KWH
Quando si discute di auto elettrica spesso si fa confusione tra kW e kWh. Erroneamente, spesso si utilizzano come fossero la stessa cosa quando, invece, non lo sono. I kW indicano, genericamente, la potenza.
Questa unità di misura viene utilizzata sia per la potenza del motore e sia per indicare quella della ricarica. I kWh, invece, vengono usati per la capacità dell’accumulatore, un po’ come se si stessero utilizzando i litri per il serbatoio di benzina.
Dunque, dire che una batteria ha 50 kW è sbagliato. L’unità di misura corretta è kWh. Attenzione alle schede tecniche. Alcuni costruttori indicano una capacità di una batteria senza spiegare se si tratta della capacità lorda o netta.
Basti sapere che una piccola capacità dell’accumulatore non viene utilizzata. Dunque, per le persone a volte può essere difficile fare un reale confronto tra i modelli visto che non sempre è chiaro quale sia la capacità davvero utilizzabile di una batteria.
RICARICA, LA TERMINOLOGIA UTILIZZATA
Anche quando si parla di ricarica, spesso si va un po’ di confusione le prime volte. Del resto, con un’auto endotermica, non si va molto oltre al concetto di un “pieno di benzina/diesel”. Sulle auto elettriche bisogna sapere qualcosa di più…
Normalmente, si sente parlare di corrente alternata e di corrente continua. Senza scendere nei tecnicismi della definizione, basti sapere che con la prima si identificano i rifornimenti di energia dai punti di ricarica “lenti” (dalla presa di casa fino alle colonnine a 22 kW, quelle dove bisogna utilizzare il proprio cavo). Con la seconda, invece, ci si riferisce alle ricariche Fast.
Sempre sul tema dei rifornimenti di energia si sente spesso parlare di Tipo 2, CHAdeMO e CCS. Il connettore di Tipo 2 è lo standard europeo per le stazioni di ricarica in corrente alternata ed è il connettore più utilizzato sulle auto elettriche dai costruttori europei.
CHAdeMO è uno standard per la ricariche Fast che, oggi, però, sta cadendo in disuso visto che le auto in Europa stanno tutte adottato lo standard CCS (Combined Charging System). Curva di ricarica, cos’è? Una batteria non ricarica mai in maniera uniforme. Semplificando molto, più l’accumulatore è scarico e più carcherà ad una potenza maggiore.
Quando un costruttore afferma che da una colonnina Fast l’auto può rifornire ad una certa potenza di picco, quella potenza si raggiungerà solo a determinate condizioni. Insomma, attorno al 10/20% una batteria può caricare al massimo. Tale potenza poi calerà progressivamente.
Ricarica bidirezionale? Altro termine che si sta utilizzando sempre di più. Senza entrare in tecnicismi, quando si parla della ricarica bidirezionale si descrive genericamente la possibilità dell’auto elettrica di poter alimentare dispositivi elettrici esterni o di immettere nuovamente l’energia della batteria nella rete elettrica.
PARLIAMO DEI CONSUMI
Con le auto endotermiche, parlando dei consumi si ragiona, per esempio, in litri per 100 km. Nel caso delle elettriche è diverso in quanto si utilizzano i kWh per 100 km. Banalamente significa che per percorrere 100 km si utilizzerà una certa quantità di kWh. Partendo dalla capacità totale della batteria dell’auto o dalla carica residua è facile stimare l’autonomia complessiva o rimanente. Basta poco, comunque, per familiarizzare con queste terminologie.
Quando si guardano le schede tecniche, alla voce consumi e autonomia troviamo spesso WLTP che è il ciclo di omologazione. Dunque, i valori comunicati dalle case automobilistiche in Europa sono calcolati tutti basandosi su questo ciclo di omologazione. Basti sapere che è un po’ ottimistico. Quindi, se un modello dichiara 600 km WLTP sappiate che l’autonomia reale sarà inferiore.
LFP, NMC E STATO SOLIDO
La tecnologia delle batterie sta evolvendo rapidamente e le aziende stanno lavorando su più fronti, utilizzando chimiche differenti. Quando si sente parlare di batterie LFP significa che utilizzano una chimica litio-ferro-fosfato. NMC, invece, significa nichel-manganese-cobalto.
Le batterie allo stato solido, invece, sono accumulatori di nuova generazione ancora non disponibili e che arriveranno tra alcuni anni, consentendo un netto miglioramento di autonomia e ricarica.
Articolo a cura di Hd Motori