Quando si acquista per la prima volta un’auto elettrica ci si trova ad affrontare la gestione della ricarica. All’inizio può spaventare un po’ ma poi, fatta un po’ di esperienza, tutto diventa molto semplice ed immediato. Con l’evoluzione dell’infrastruttura di ricarica, sulle strade si trovano sempre più spesso colonnine in corrente continua ad alta potenza (HPC) che permettono di fare un pieno di energia in tempi rapidi.
Plenitude + Be Charge, per esempio, oggi in Italia dispone di oltre 17 mila punti di ricaricata installati. Tra questi ci sono diverse colonnine che possono arrivare ad erogare anche potenze di 300 kW.
Soprattutto quando si è ancora alle prime armi, spesso capita di chiedersi perché se ci si collega ad una colonnina da 300 kW non si raggiungono davvero queste potenze. Può capitare, infatti, che pur collegando la vettura ad un punto di ricarica simile, l’auto non vada oltre, per esempio, i 100 kW o anche meno.
Problema della colonnina? Guasto della macchina? Niente di tutto questo.
La batteria “comanda”
Per capire meglio il perché non si possano raggiungere queste potenze bisogna fare un passo indietro e capire meglio come funziona la batteria di un’auto elettrica. Semplificando al massimo per capire meglio il concetto, nelle colonnine in corrente continua, è la batteria che “comanda”.
Ogni accumulatore ha delle precise specifiche di funzionamento che sono comunicate dalla casa automobilistica. Se una batteria può rifornire ad un massimo di 100 kW, anche se ci si collega ad un colonnina che permette di erogare maggiore potenza, non si potrà superare questa soglia massima.
Dunque, è assolutamente normale che da un punto di ricarica da 300 kW non si vada oltre i 100 kW se questo è il limite dell’accumulatore. Inoltre, bisogna anche ricordarsi un altro elemento molto importante e cioè la “curva di ricarica”.
La batteria, infatti, non può rifornire sempre alla massima potenza. Ci sono alcuni elementi che influenzano la quantità di energia che può accettare come lo stato di carica (SoC – State of Charge) e la temperatura. Tendenzialmente, la potenza massima di ricarica si riesce a raggiungere quando l’accumulatore è molto scarico. Potenza che poi calerà progressivamente mano a mano che ci si avvicina alla carica completa. Dunque, se anche la batteria è in grado di raggiungere i 200 kW di potenza, se la ricarica HPC inizia al 60%, la potenza che si potrà raggiungere sarà molto inferiore a quella massima.
Ottimizzare la ricarica
Proprio perché è la batteria che “comanda” durante le ricariche in corrente continua, si possono, comunque, seguire delle prassi che permettono di poter rifornire di energia sfruttando al massimo le potenzialità dell’accumulatore.
Le batterie sono l’elemento più importante di un’auto elettrica e per poter rendere nel migliore dei modi, non solo durante la ricarica, devono funzionare all’interno di un preciso range di temperatura. Proprio per questo, dispongono di un sistema di climatizzazione che permette di tenerle ad una temperatura ottimale.
Parlando strettamente della ricarica, se le celle delle batterie hanno raggiunto una temperatura corretta, è possibile sfruttare al massimo le colonnine in corrente continua, ovviamente nei limiti tecnici previsti.
Soprattutto nelle stagioni fredde, invece, quando le batterie lavorano a temperature basse, il BMS, cioè il software che gestisce il funzionamento degli accumulatori, può limitare anche pesantemente la potenza accettata durante la ricarica.
Dunque, nei periodi freddi, prima di ricaricare presso le colonnine HPC è fondamentale preriscaldare le batterie attraverso l’opzione apposita della vettura, oppure percorrere un po’ di strada in modo da poter portare ad una temperatura ottimale le celle. Si tratta di piccoli accorgimenti da conoscere per sfruttare correttamente la propria auto elettrica.
Se si sta affrontando un lungo viaggio, la strategia ottimale è quella di non andare troppo oltre l’80% della carica. Infatti, superata questa soglia, spesso le potenze calano in maniera importante, allungando di molto i tempi di sosta. Non per nulla, le case automobilistiche, quando parlano della ricarica rapida delle batterie delle loro auto elettriche, forniscono i tempi di ricarica fino alla soglia dell’80% e non oltre.
Quando si compra un’auto elettrica è molto importante capire il rendimento della batteria del proprio modello in tutti i contesti. A quel punto, sarà possibile impostare la migliore strategia per poter sfruttare al massimo le ricariche HPC. Tuttavia, prima è fondamentale conoscere quanto abbiamo raccontato e cioè come funziona la batteria e il suo comportamento durante i rifornimenti di energia in corrente continua.
E in corrente alternata?
Fino adesso abbiamo parlato delle ricariche ad alta potenza in corrente continua. E quella a bassa potenza in corrente alternata? Qui il discorso è differente. Da queste colonnine, non è la batteria che comanda ma il caricatore di bordo normalmente da 7 o da 11 kW. Sono rari i modelli che permettono di andare a 22 kW. Dunque, solitamente non ci sono problemi a raggiungere la potenza massima possibile se la colonnina eroga la qualità di energia corretta.
Articolo a cura di Hd Motori