Nella fretta delle mille cose da fare può capitare di dimenticarsi di fare rifornimento alla propria vettura. Questo vale sia per chi possiede un’endotermica e sia per chi ha nel garage di casa un’elettrica.
Se ci troviamo in movimento e ci accorgiamo che stiamo entrando in riserva che succede? Se siamo su di una vettura a benzina o diesel sappiamo benissimo come si comporta l’auto e come può andare a finire. Ma con le elettriche è la stessa cosa oppure no? Effettivamente ci sono delle differenze, magari non del tutto note e che quindi è meglio conoscere.
C’È ANCORA STRADA OLTRE ALLO ZERO
Stiamo guidando la nostra elettrica e ci ricordiamo che non abbiamo ricaricato. Guardiamo l’indicatore di autonomia e ci accorgiamo che siamo attorno al 25% di carica residua. Che succede?
Sotto un certo livello, solitamente attorno al 20% di carica, ma poi dipende molto dal modello di auto, la strumentazione inizia ad avvisare che è necessario fermarsi il prima possibile per ricaricare. Avvisi che possono essere solo visivi o anche sonori.
Se si va ancora più sotto e ci si avvicina all’esaurimento dell’energia, la vettura può entrare in quella che viene chiamata “modalità tartaruga”. Che significa? Semplicemente, per risparmiare energia e quindi allungare il più possibile l’autonomia residua, la potenza del motore viene tagliata in maniera importante.
In alcuni casi viene anche limitata la velocità raggiungibile. Insomma, a seconda del modello, l’auto cerca in tutti i modi di preservare il più possibile la poca energia rimasta.
E se arriviamo a zero? Questo è lo scenario che preoccupa molte di quelle persone che si avvicinano per la prima volta al mondo delle auto elettriche.
La buona notizia è che c’è ancora strada oltre allo zero. Detta in maniera più semplice e comprensibile, quando l’indicatore della batteria segnala che abbiamo esaurito l’energia, in realtà l’accumulatore non è davvero a zero.
Questo significa che possiamo percorrere ancora un po’ di strada, magari quella necessaria per trovare una colonnina da cui ricaricare. Quanta esattamente? Dipende dal modello di auto e da come la casa automobilistica ha deciso di gestire la batteria di trazione. Si va da pochi km fino anche 10-12 km in più.
Tuttavia, non è certo consigliabile affidarsi a questa carica di riserva a meno che non ci troviamo proprio in una situazione di emergenza.
NON FARSI PRENDERE DAL PANICO
Se ci si accorge di essere in riserva, non bisogna farsi prendere dal panico e dall’ansia da autonomia. Fortunatamente, oggi la rete di ricarica italiana ha raggiunto un buon livello di maturità ed è difficile che ci si trovi in aree in cui non sono presenti nelle vicinanze delle colonnine.
Se siamo in riserva e non conosciamo la posizione di una colonnina nelle vicinanze, non ci sono problemi. Basta usare un’app come quella di Be Charge.
Cosa interessante, l’app ci dice anche non solo la potenza di ricarica ma pure se la colonnina è funzionante o occupata. In questo modo possiamo andare a colpo sicuro ed evitare un viaggio inutile visto che siamo a corto di autonomia.