I motoristi simbolo della purezza tecnica, grandi costruttori di V12 da urlo idolatrati in tutto il mondo, sono pronti a meravigliare i vecchi amatori: sul mercato, in strada e in pista, nuove supercar 100% iconiche ed emozionanti ma con la batteria e dei motori elettrici a far girare le ruote. Zero emissioni in città, record sul giro in pista e pit-stop alla colonnina.
In questi mesi, pur se pochi l’hanno ricordato e purtroppo ancor meno hanno partecipato utilmente al dibattito, si sono gettate le basi per la futura normativa Euro7 dei veicoli che circoleranno in tutta Europa, nella seconda metà del prossimo decennio. La definizione precisa è ancora in corso, quasi ultimata e parecchie indicazioni sono state date, dai piccoli ai grandi enti coinvolti, dalle aziende di settore. Parlare di Euro7 è sempre sembrato troppo lontano, all’automobilista medio. Irrilevante, per chi già ha sposato l’auto elettrica e può “fregarsene” essendo privo di emissioni. Indipendentemente dalla scelta finale, che potrebbe uccidere realmente certi puri motori termici (benzina o diesel di cubature estreme) nelle auto e nei SUV post-2030, una cosa è certa: anche le più stupende, veloci e iconiche auto sportive votate ai grandi motori termici, saranno pesantemente elettrificate. Non tra molto, da subito, prima che la nuova classe emissioni entri in vigore.
Una questione semplice, derivante sia dalla buona risposta prestazionale data da molti motori ibridi corsaioli, come quelli dalla stessa F1, sia dal ciclo reale di emissioni imposto tra qualche anno che occorre gestire d’anticipo. Limiti stringenti con quel target 2030 che, probabilmente, metterà nella Top10 delle auto più vendute in Italia quasi unicamente vetture elettriche. Ma intanto? Bocciato il motore diesel per la città, dove le piccole nuove vetture saranno gradualmente solo elettriche, o quasi, restava il dubbio di chi ama l’auto prestante per com’è nata nel secolo scorso: da gara o quasi, derivandone. Come saranno prodotte le nuove hypercar, le icone della sportività da sogno come Ferrari e Lamborghini? Non si parla di auto per tutti, ma di auto che quasi tutti sognano, prendono a riferimento e tracciano, con anticipo, alcuni percorsi tecnologici prestazionali. Non dimentichiamo i tedeschi di Porsche, ovviamente, piuttosto che di Mercedes. Nemmeno gli americani, con il neo “elettro” presidente Biden che spinge così tanto, ma tanto, sull’auto elettrica, da aver anticipato lui la teorica velocità massima delle future Chevrolet Corvette, a batteria, pronte a debuttare prima di quanto si pensi.
Supercar e Hypercar con la spina
Allora ecco accontentati subito i puristi che, finché non guideranno gradualmente tutte le nuove auto da sogno con la spina, potrebbero “non credere” come San Tommaso. A Maranello hanno già sfornato, con il risultato di lasciare a bocca aperta i primi tester, la stupenda SF90 Stradale. È l’auto giusta che devono immaginare al “top assoluto” odierno i ragazzini o gli adulti appassionati. Spinta dal V8 biturbo, vero, ma perfettamente completata per andare anche a Zero Emissioni, dal sistema Plugin. La prima Ferrari di (relativo) volume in produzione con la batteria da ricaricare. Non serve solo per qualche giro in città, la parte elettrica, ma migliora la prestazione e, grazie ai motori gestiti singolarmente, stravolge in meglio la guida con certe assistenze un tempo impensabili. Soprattutto impossibili, senza avere ruote spinte da motori elettrici dedicati a ognuna. Qui, amaramente, da italiani onesti dobbiamo ammettere che non siamo stati i primi. Vero è che parleremo auto-lodandoci a breve della più intensa auto Plug-In, sportiva massima con la spina, che è la nuova Lamborghini PHEV (puro V12 aspirato per la trazione dietro, elettrico per quella anteriore e per il “boost”). In Giappone però, da qualche anno la Honda NSX ha già sdoganato il sistema con motori elettrici a batteria a integrare, perfettamente per la dinamica guida e degnamente per l’ecologia, il concetto di supercar. Gli stessi inventori dell’automobile, eredi di Daimler che hanno appena sfornato la regina delle berline per la prima volta anche lei con spina (Classe S PHEV ricaricabile alla colonnina) hanno una supercar simbolo: la milionaria AMG One che usa ben quattro motori elettrici e ha due sportellini sui fianchi, uno è quello per ricaricarsi alla colonnina e garantire prestazioni da F1 stradale.
Colonnine nuove amiche
In Emilia, dicevamo, era il regno dei grandi motori, puri ed emozionanti anche senza turbo per chi amava davvero “il ferro”. Come non pensionarli, dovendo rispettare valori emissioni strettissimi? Non certo a furia di “downsizing”, antipatico a molti per come ha tagliato cilindri nei cofani e coppia ai bassi degli aspirati, riempiendoci di turbine o compressori che generano agli utenti costi e manutenzioni. Meglio con l’integrazione della propulsione elettrica, più raffinata. Certo, non potremo dire che la 500 3+1 e la Twingo Electric, piuttosto che la ID.3, hanno motori ora più simili alle Ferrari che negli anni Ottanta, però… Le fasi di guida elettrica per le supercar PHEV saranno molto meno lontane. Al contrario, se si guida in pista la trazione integrale con l’asse anteriore gestito dai motori elettrici farà riscuotere successo, alle nuove supercar con la spina. Più facili, più sicure e rispettose, per chi siede e ne gode come per chi è a margine di strada, o di pista, a livello di emissioni e immissioni.
Auto ancora “pure” nella parte posteriore dove solo alcuni Costruttori, solidi come appunto Ferrari, Lamborghini e Porsche, conservano i loro motoroni. Non lo diciamo per sorridere, motoroni. Chi presumeva di veder diminuire cilindri e cilindrate dovrà correggersi in questi segmenti. Lo hanno detto prima di tutti a Stoccarda, per il loro mitico sei cilindri. Un assurdo rispetto al decennio scorso? No, il progresso dovuto dell’auto elettrica che sostiene, in parte anche per regole imposte, la tradizione altrimenti destinata all’estinzione. Grazie alle batterie e ai motori elettrici (le supercar ne avranno almeno due, la SF90 già ora ne usa tre) non solo non muore il Flat-Six Porsche, sdraiato dietro, ma resterà anche, notizia di questi giorni, il re dei motori termici: l’aspirato a dodici cilindri, ben elettrificato. Non si parla di auto che fanno il mercato e incidono troppo sull’industria, ma di miti e simboli influenti ormai sposati all’elettrificazione dove nessuno avrebbe immaginato pochi anni orsono.
Pronte al salto?
Tra i fornitori che i Cavallini (sì, plurale ndr) e il Toro ringrazieranno ogni fine d’anno, ci saranno anche produttori di celle per pacchi batteria ed elementi da motori elettrici, di convertitori e caricatori. La spina, per collegarsi alla colonnina veloce come quelle che Be Charge sta posizionando in tutta Italia, è la nuova amica dei “fortunati piloti” con supercar e hypercar Euro7. Visibile aprendo lo sportellino anche di quelle auto che, pur di nicchia, resteranno a tener vivo il filone mitico, a provare nuove soluzioni utili alla lunga per tutti. In città non sverniceranno più nessuno, con sistemi che innescano la guida elettrica limitata nella velocità massima, simile a quella di auto elettriche per tutti, ma potrebbero avvicinare anche una certa utenza “pistaiola” al concetto di auto elettrica. Nel giro di pochi anni e poi… pian piano, i sistemi evolveranno portando le poche decine di Km a Zero Emissioni oltre il centinaio, a salire. A quel punto, l’amicizia diventerà magari rivalità tra i due fattori propulsivi e il marketing ragionerà sui pensieri della ricca clientela, dopo qualche anno di utilizzo: “Uso meglio la supercar in elettrico che con il vecchio motorone?”. Con una risposta affermativa, le supercar 100% elettriche avrebbero porte spalancate e, contrariamente a oggi dove solo Porsche ha Taycan già ben posizionata sul mercato, anche in Emilia probabilmente ci saranno BEV da leccarsi i baffi che escono dagli stabilimenti.
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