Con il progetto Uber Green, molti utenti potrebbero scoprirsi elettro-compatibili
Con il progetto Uber Green e un rinnovamento flotta molto incentivato, molti utenti Uber potrebbero apprezzare le doti di auto native elettriche e scoprirsi elettro-compatibili. Senza che il colosso americano sia interessato a venderle, le auto a batteria.
Il progetto Uber Green potrebbe aiutare la diffusione di BEV nei Paesi dove è maggiormente attivo
In questa fase di avvio d’estate 2021 si respira un’aria più calda ma soprattutto ben più positiva e dinamica, di “riavvio” per moltissime attività fermate dalla pandemia nel corso del 2020. Tra queste anche i servizi mobilità di Uber, che hanno conteggiato un balzo pesante: del +116% basandosi sulle corse fino a inizio giugno. Proprio in tema di mobilità elettrica, che si estende insieme a questa “ondata buona” di riavvio, il colosso americano con il suo progetto Uber Green potrebbe aiutare, indirettamente, la diffusione di BEV nei Paesi dove è maggiormente attivo.
Da ripresa e accelerazione a silenziosità e comfort: tutte le doti di un’auto elettrica
È infatti un dato condiviso dagli addetti ai lavori nel mondo automotive, che la prestazione e le doti di un’auto elettrica sono ben apprezzabili attraverso il suo utilizzo e non grazie solo alla pur valida comunicazione delle Case auto, o degli Enti che le incoraggiano. Chiunque non si sia mai seduto su un’auto elettrica nativa di ultima generazione, rimane mediamente meravigliato. Da ripresa e accelerazione, da “come tiene” la strada. E’ però solo con maggiori occasioni di utilizzo, che realizza a pieno quanto contino anche la silenziosità e quel comfort “pulito” delle native a batteria, spesso ben assistite dagli ultimi ADAS e più semplici da guidare, di tante termiche o ibride. Per non parlare della gestione di oggetti e passeggeri, per via del migliore design permesso agli spazi interni, sempre maggiori.
Solamente avendo più momenti di uso su più percorsi, si quantifica quanto valgono e cosa significa averle sempre, certe doti native delle nuove auto elettriche che si traducono anche in sicurezza. Valutando alla lunga anche il netto risparmio di costi, qualora possessori paganti di certi oneri a partire dai rifornimenti che divengono semplici ricariche.
Uber si è impegnata a rendere le proprie auto a zero emissioni in meno di dieci anni
Se a oggi molte vetture utilizzate nei milioni di servizi globali Uber sono delle recenti ibride, spesso asiatiche, l’azienda ha prospettive tutte con la spina e senza serbatoi per il futuro, già nel breve. Per Europa, su venti nazioni servite, tutti gli Stati Uniti e anche il Canada, Uber si è impegnata a rendere tutte le proprie auto in servizio a zero emissioni in meno di dieci anni.
Tra meno di cinque anni almeno la metà dei percorsi quotidiani Uber sarà su auto elettriche nei Paesi più evoluti.
Per velocizzare la transizione, non solo gli autisti in EV hanno un bonus (di $1 o $1,5 per viaggio attualmente) ma viene anche predisposto un fondo economico con incentivi che aiuta i conducenti a compiere il passaggio verso i BEV. Al momento Uber ha già stipulato convenzioni con alcune Case auto asiatiche (Nissan, Kia e Hyundai) americane (GM) ed europee (VW, Renault) per l’acquisto scontato di soli modelli elettrici.
Uber Green su BEV farà scoprire a molti passeggeri i vantaggi di un’auto elettrica
Le finalità di Uber con questo passo sono per riduzione delle emissioni ed ecologia aziendale, un bel segnale, ma rendendo le corse quotidiane completamente elettriche ora che la mobilità riprende vigore e i mezzi pubblici piacciono meno, molti passeggeri scopriranno anche senza volerlo i vantaggi di un’auto elettrica. È infatti ancora elevata la parte di persone che non conosce realmente le sensazioni e le prestazioni degli ultimi modelli nativi con la spina. La condivisione di esperienza nei servizi Uber Green su BEV, potrà incoraggiare almeno in parte chi è elettro- compatibile e pronto a fare il passaggio, ma non si era mai messo a contatto con un BEV. Certo, al netto del buon prodotto ormai presente restano sempre i limiti delle strutture per ricaricare le auto, in tante zone d’Italia, ma si conta proprio su attori come Be Charge per lo sviluppo costante dei punti pubblici, con colonnina.
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