Questa volta la rubrica E-Mobility Green Travel di Be Charge tocca una delle regioni chiave del centro Italia: le Marche. Tra cultura, relax e ottima gastronomia, saremo pronti per passare qualche giorno di spensieratezza senza la preoccupazione di rimanere scarichi.
Pesaro
Il nostro viaggio inizia un sabato mattina dalla splendida cittadina di Pesaro, nella quale Be Charge è presente con diversi punti di ricarica. Optiamo per una ricarica presso il Parcheggio Miralfiore, che prende il nome dall’omonimo parco cittadino situato al suo fianco, approfittandone per una piacevole passeggiata.
Giardini di Villa Miralfiore
Il Parco Miralfiore è uno dei principali polmoni verdi della città e si estende per circa 20 ettari. È attraversato da una pista ciclabile e da una pista pedonale sopraelevata, circondata da alberi e cespugli. Il parco, ricco di suggestioni e scorci, è molto vissuto dai cittadini e si presta a diverse attività all’aperto grazie all’anfiteatro naturale sito al suo interno. Nella zona è presente anche Villa Miralfiore, un’antica residenza rinascimentale che oggi ospita il museo del design del vetro (aperto però solo in alcuni periodi dell’anno su prenotazione). Uno sguardo attento potrà osservare diverse tipologie di alberi: pini domestici e d’aleppo, lecci, rovelle e tigli.
Sfruttando il parcheggio, sempre difficile da trovare durante l’estate nelle località marittime, ne approfittiamo per una passeggiata tra le vie colme di storia del centro di Pesaro. A pochi minuti a piedi da Miralfiore si giunge nella celebre Piazza del Popolo: al centro della piazza c’è una fontana barocca con dei giochi d’acqua, una serie di statue in pietra e ninfe d’acqua. Inoltre, intorno alla piazza si trovano altri magnifici edifici tra cui il Palazzo Ducale, il Comune Di Pesaro, l’antico Ufficio Postale, oltre alla splendida Cattedrale di San Terenzio. La costruzione di questa chiesa è stata completata solo nel XX secolo e presenta uno stile neoclassico e romanico con una facciata frontale semplice ma imponente.
L’interno contrasta notevolmente con l’esterno e presenta una serie di opulente colonne imbiancate e alcuni bellissimi affreschi sugli archi e sulla basilica. Affreschi degni di nota sono La Madonna della Misericordia e La Madonna con il Bambino. Un’altra perla architettonica da osservare prima di rifocillarci è Casa Ruggeri, una delle dimore più belle e interessanti di tutta Pesaro, rinomata per la sua fantastica architettura e l’intrigante facciata floreale. La villa si trova in Piazza della Libertà e anche se non è possibile entrare nell’edificio, la sua facciata vale la pena di essere vista.
In Piazza della Libertà si trova un altro simbolo, più recente, della cittadina adriatica: la Sfera Grande di Pomodoro. L’imponente scultura è stata realizzata dallo scultore Arnaldo Pomodoro nel 1998 per sostituire il primo esemplare dell’opera, in poliestere, giunto a Pesaro nel 1971 ma realizzato nel 1967 per l’Expo di Montreal. Un’opera gemella si trova oggi a Roma davanti all’ingresso principale della Farnesina, sede del Ministero degli Esteri.
Fiorenuzuola di Focara
Giunta l’ora di pranzo, la costiera diventa il luogo perfetto per un pasto rifocillante, da gustare in uno dei tanti lidi sparsi nei dintorni della piazza. Nel pomeriggio potremmo optare per qualche ora di relax nella lunga spiaggia pesarese, ma decidiamo di tornare a prendere l’auto – totalmente carica – per dirigerci verso una delle località più suggestive di tutte le Marche: Fiorenuzuola di Focara.
Fiorenzuola sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul Mare, nel centro del Parco naturale regionale del Monte San Bartolo. Dalla cima della località partono diverse stradine, tutte o quasi dirette alla spiaggia, ancora oggi non invasa dal turismo di massa.
Il paesino – oggi frazione – ha origini romane. Inizialmente noto solo come Fiorenzuola, conserva ancora tracce della propria storia. Passeggiando è possibile osservare i resti della cinta muraria che circondava il borgo (oggi in restaurazione insieme ai torrioni laterali), mura e portoni medievali e il campanile della chiesa di Sant’Andrea, di cui si hanno notizie fin dal XII secolo.
Il dettaglio più interessante tuttavia riguarda quanto presente su una delle porte del borgo, dove è possibile leggere i versi che Dante dedicò proprio a Fiorenzuola nel canto canto XXVIII del suo Inferno:
«Poi farà sì ch’al vento di Focar/ non farà lor mestier voto né preco»
Dopo aver smaltito il pranzo ed esserci immersi nella cultura, è il momento di scendere giù in una delle stradine che portano al mare, per godere di un pomeriggio di relax in una spiaggia immersa nella natura.
Poco prima del tramonto andiamo via, per evitare il traffico dell’ora di punta, diretti in un albergo dove passare la nottata. Scegliamo l’Hotel Ristorante La Perla di Camerano, in provincia di Ancona, per la vicinanza alla località che visiteremo domani e per la presenza delle colonnine di ricarica Be Charge, che consentiranno alla nostra auto di esser pronta e carica per l’avventura di domani.
Recanati
Freschi e riposati decidiamo di svegliarci di buon’ora in questa domenica mattina di giugno, diretti a Recanati, la città che diede i natali a Giacomo Leopardi. La nostra visita può iniziare dal Museo e Galleria Comunale di Recanati, che ospita una ricca collezione di dipinti di Lorenzo Lotto (1480-1556), tra cui la famosa Annunciazione. L’opera risale al 1527 circa e fu originariamente dipinta per l’Oratorio di Santa Maria sopra Mercanti di Recanati, dove rimase fino al 1952, anno in cui fu trasferita alla Galleria Comunale.
Altra opera di grande pregio di Lorenzo Lotto è la pala d’altare della Madonna con Bambino e Santi mentre non meno importante è il S. Giovanni Pellegrino, probabilmente del 1512, che dimostra le regole della prospettiva e l’uso di forme molto moderne e vibranti colore e luce.
Altre sezioni del Museo comprendono i reperti archeologici provenienti dalla città, alcuni reperti legati alla figura di Giacomo Leopardi, e varie altre sezioni, dedicate a Beniamino Gigli (1890-1957), agli strumenti musicali, ed infine agli artisti contemporanei di Recanati.
Piazza Leopardi
Proseguendo la visita si arriva in Piazza Leopardi dove si trova un monumento intitolato al celebre poeta e la chiesa di San Domenico, in stile romanico con portale quattrocentesco di Giuliano da Majano. A due passi, in via Falleroni, sorge il Duomo di Recanati, edificato alla fine del XIV secolo sul luogo di una chiesa più antica, poi ricostruito nel XVIII secolo.
Per i più curiosi, sempre nel centro cittadino vi sono anche la Chiesa di San Vito e quella di Santa Maria di Montemorello. A Recanati però non troviamo solo tante chiese ma anche tanti palazzi prestigiosi. Uno dei migliori è Palazzo Venieri, costruito dal cardinale Giacomo Venieri (1422-1479) su progetto di Giuliano da Majano, che ne diresse anche la costruzione. Situata su entrambi i lati della cinta muraria, fu concepita come residenza e città castello. I portici della corte rinascimentale su tre lati hanno colonne in pietra d’Istria con capitelli e lo stemma cardinalizio.
Palazzo Leopardi
A Recanati non si può non far visita al famoso Palazzo Leopardi, che troviamo in piazza Sabato del Villaggio. L’attuale palazzo è stato ristrutturato a metà del XVIII secolo dall’architetto canonico Carlo Orazio Leopardi e custodisce i libri che Monaldo ha accumulato dal padre, famoso studioso e sapiente collezionista di libri rari.
La biblioteca è prevalentemente storica e conta oltre venticinquemila volumi. Il Conte Monaldo Leopardi consentì l’accesso gratuito a queste stanze a tutti i familiari, amici e concittadini. La biblioteca occupa cinque sale, due delle quali dedicate a Giacomo: una con opere sul poeta pubblicate dopo la sua morte; l’altro contenente manoscritti del famoso poeta.
Nella prima sala troviamo un ritratto di Giacomo Leopardi, un disegno a matita di un artista chiamato Luigi Lolli, con una storia curiosa. Giacomo Leopardi non volle mai farsi dipingere in ritratto, forse a causa della deformità alla schiena che soffriva. Tuttavia, durante la pubblicazione delle sue opere raccolte, fu convinto dall’avvocato Brighenti a pubblicare il libro con un ritratto eseguito a matita da Luigi Lolli.
Da questo disegno fu poi eseguita un’incisione a Bologna, ma né il disegno né l’incisione piacquero a Leopardi, che scrisse alla sorella Paolina il 18 maggio 1830:
«Cara Pilla, il quadro è molto brutto però lo puoi mostrare intorno affinché i recanatesi vedano che il gobbo del Leopardi contava qualcosa al mondo mentre non si conosce il nome di Recanati».
Dopo una mattinata culturale, pranzare a Recanati potrebbe essere un’ottima idea. La tradizione culinaria della cittadina è difatti di tutto rispetto. Tra i piatti simbolo ci possiamo far ingolosire dai crostini ai fegatini di pollo, il famoso ciauscolo, la pasta al sugo di lepre o al sugo d’anatra, il risotto con le quaglie, i vincisgrassi o le tradizionali pasta e fagioli e pasta e ceci.
Altre specialità sono i cosiddetti gobbi in umido, zucchine ripiene, pomodori arrostiti e fagioli in porchetta. Assicuratevi di abbinare alla buona tavola i vini più adatti come il Rosso Piceno, Rosso Conero e Bianco dei Colli di Macerata.
Colle dell’Infinito
Nel pomeriggio, dopo esserci riposati godendo la vista del celebre Colle dell’Infinito, decidiamo di dirigerci al mare, a pochi kilometri da Recanati, nell’omonima cittadina di mare un tempo sotto la stessa autonomia: Porto Recanati. Nella città troviamo una piacevole spiaggia di ciottoli che non ha nulla da invidiare a località più note.
Al termine della giornata, stanchi ma felici, decidiamo di fare ritorno a casa, pronti per il prossimo viaggio elettrico.