Un recente studio dell’Università di Cambridge potrebbe cambiare la mobilità elettrica per sempre. I ricercatori del prestigioso Istituto inglese hanno sviluppato un algoritmo di apprendimento automatico che potrebbe aiutare a ridurre i tempi di ricarica e a prolungare la durata della batteria nei veicoli elettrici.
Lo studio dell’Università di Cambridge pubblicato su Nature
Il metodo cerca di prevedere in che modo i diversi modelli di guida influiscono sulle prestazioni della batteria, con l’obiettivo di migliorare la resa della stessa ma anche la sicurezza e l’affidabilità della vettura.
Gli studiosi affermano che il loro algoritmo potrebbe aiutare conducenti, produttori e aziende a ottenere il massimo dalle batterie che alimentano i veicoli elettrici suggerendo percorsi e schemi di guida che riducono al minimo il degrado della batteria e i tempi di ricarica.
L’equipe ha sviluppato un modo non invasivo per analizzare le batterie e ottenere una visione complessiva e dettagliata della salute delle batterie. Questi risultati sono stati quindi inseriti in un algoritmo di apprendimento automatico in grado di prevedere in che modo i diversi modelli di guida influenzeranno la salute futura della batteria.
L’algoritmo intelligente per la mobilità elettrica del futuro
Se sviluppato commercialmente, l’algoritmo potrebbe essere utilizzato per consigliare percorsi che portano i conducenti da un punto all’altro nel minor tempo possibile senza degradare la batteria, oppure potrebbe suggerire il modo più veloce per caricare la batteria senza provocarne un rapido degrado.
Penelope Jones, una delle autrici dello studio, ha così sintetizzato le ragioni dello studio: “La maggior parte dei metodi di monitoraggio dello stato della batteria presuppone che una batteria venga sempre utilizzata allo stesso modo. Ma non è così che usiamo le batterie nella vita reale. Se sto trasmettendo in streaming un programma TV sul mio telefono, la batteria si esaurirà a molto più veloce che se lo sto usando per i messaggi. È lo stesso con le auto elettriche: il modo in cui guidi influenzerà il deterioramento della batteria”.
Un modo per monitorare lo stato della batteria
“La maggior parte di noi sostituirà i nostri telefoni ben prima che la batteria si degradi al punto da renderla inutilizzabile, ma per le auto le batterie devono durare per cinque, dieci anni o più”, ha affermato il Professore Alpha Lee, che ha guidato la ricerca. “La capacità della batteria può cambiare drasticamente in quel periodo, quindi volevamo trovare un modo migliore per controllare lo stato della batteria”.
Nella pratica, per avere dati il più precisi possibile, i ricercatori hanno sviluppato una sonda non invasiva che invia impulsi elettrici ad alta dimensione in una batteria misurandone la risposta e fornendo così una serie di “biomarcatori” della salute della batteria.
I risultati dello studio, se messi in pratica potrebbero risultare utili sia agli e-driver che a tutte le aziende che gestiscono grandi flotte di veicoli elettrici, come alcune società di logistica: riuscire a rallentare l’obsolescenza delle batterie potrebbe far risparmiare parecchio denaro.
La ricerca è stata supportata dal Winton Program for the Physics of Sustainability, dall’Ernest Oppenheimer Fund, dall’Alan Turing Institute e dalla Royal Society.