Il mercato dell’auto elettrica in Italia sarà a smosso dalla nuova 500 di Casa Fiat. Elettrica che piace parecchio anche 3+1 e potrà dare una “scossa” positiva sul fronte degli EV. Aiutando l’ecosistema a svilupparsi maggiormente e le aziende a creare valore, investendo.
Il mondo della mobilità elettrica in molte città è stato smosso nella sua forma “micro” da un veicolo identificato dai più come il monopattino, anche se in realtà sono maggiori i fattori che concorrono. Non certo la moda ma una volontà politica abbinata a regole sovranazionali; poi l’adeguamento degli spazi, la necessità di contenimento costi, tempi e traffico. La “trazione elettrica” che ha spopolato in pochi anni su veicoli personali come quelli che ora transitano nelle piste ciclabili in ogni variante (da quella low-cost per bimbi ai mezzi professionali e sportivi) inizialmente faceva storcere il naso, ad alcuni.
“La bicicletta dei pensionati” si udiva in certi bar del Bel Paese. Eppure poi anche molti giovani si sono convertiti, per uso sportivo magari, o giusto per non faticare a muoversi nei grandi centri congestionati. Persino alcuni dei pensionati dediti da sempre solo alle bici muscolari, ora usano monopattini elettrici a noleggio. Quasi ogni grande azienda della mobilità, inclusi dei carmaker sposati al sei cilindri flat benzina come Porsche, hanno ora a catalogo un veicolo di micromobilità elettrico. Uno sciame variopinto libero nelle nostre città, non certo quello omologo che segue fedelmente un’ape regina, ma comunque divenuto sempre maggiore da nord a sud.
La mobilità personale singola su piccoli veicoli che “hanno la spina” per ricaricarsi è sdoganata, in Italia. Al seguito ci sono attività non solo di rivendita o sharing nei grandi centri, ma anche di assistenza e relativa filiera sparsa lungo lo Stivale. Si differenziano man mano fasce di utilizzo e segmenti, anche premium.
Vedremo un percorso simile anche per le quattro ruote? Ovviamente cambia molto l’ecosistema, infinitamente più complesso e articolato, se si parla di automobili. Però in Italia da quest’autunno un dato di fatto lo abbiamo, in termini di percezione popolare. Negli stessi bar o forum dove si criticano le novità prima di valutarle a pieno, si stanno iniziando a fare i complimenti alla Fiat, per la sua nuova 500 elettrica. Il vantaggio dell’auto elettrica è poi quello di non doversi “scontrare” (specie nei consigli comunali) con le altre autovetture o i bus come accade per la micromobilità.
Anche chi prima si disinteressava di BEV e gestione delle ricariche, ora è spinto a conoscere come e dove si ricarica la piccola icona Fiat divenuta elettrica, ma sempre più bella. Tralasciando i dati tecnici, che vedono autonomie variabili nelle varie configurazioni tra i 180 Km e i 460 Km, questo “effetto 500e” pare già sentirsi prima che la stessa citycar con la spina arrivi in strada.
Se il modello icona per i BEV a livello globale è stato uno di quelli americani by Tesla, per certo la realtà nazionale italiana vedrà la 500 elettrica del gruppo FCA essere primo riferimento popolare, per le auto elettriche. Un bene, probabilmente, visto che molti additano il settore dell’auto elettrica come troppo sbilanciato verso altre nazioni e continenti; troppo lontano dalle reali necessità di tutti.
Dopo la Zoe, modello francese azzeccato ma non apprezzato quanto potrebbe, 500e sarà probabilmente ricordata come quella che ha fatto segnare il gran passo, all’auto elettrica in Italia. Tanto per via dello stile, sempre verde e gradito. Ma tanto anche per il contenuto in relazione al prezzo.
Finalmente si parla di auto elettriche gradevoli e ben fatte, ottimali per la città e che costano all’utente finale meno di 20mila euro. Con i massimi incentivi e la rottamazione, il modello base partirà da 16K circa. La versione 3+1, dotata della piccola portierina laterale per aiuto accesso ai passeggeri, ha dato il tocco vincente in termini mediatici. Nessuna auto desta tanta curiosità sul web, nessuna spicca volumi di traffico social come la piccola elettrica torinese dotata di portiere sia “a vento” sia “controvento” (quale sia l’una o l’altra, vedete voi..).
Tra i contenuti ricercati dai lettori e commentati dalle riviste specializzate nei mesi autunnali, non solo i banali dati di potenza (fino a 118CV, per andare a 150 Km/h massimo) o le varianti di batteria (piccola 23,8 kWh e grande, 42 kWh). Sono questi valori noti, che fornisce la Casa già da qualche mese, ma le persone ora interessate di fatto a usarla, questa nuova auto elettrica che piace. Si cerca online anche altro. Impressioni di guida, date per buone nei primi test, comfort confermato al top in relazione al target small e le prime stime di “costo del pieno” per l’auto elettrica più desiderata dagli italiani.
Un dettaglio che ora conta, davvero e si conta, non solo commenta in teoria. Perché si pensa realmente di farle quelle ricariche, nel 2021 e negli anni seguenti. Secondo la versione di 500 elettrica posseduta e in funzione del tipo di ricarica (si parte dalla lenta wallbox casalinga in AC 3.7 kW) le stime approssimative sono dai cinque ai 35 euro, per una ricarica completa a batteria esausta.
Se trasliamo in prospettiva la mole di italiani che hanno fatto rifornimento benzina per i motori 1.2 FIRE 8v della citycar Fiat dal 2007 (nascita della 500 serie 150) e immaginiamo l’orizzonte di ricarica per questa generazione, nuova ma solo elettrica. Vediamo dove si potrà giungere.
Avanti con le colonnine pubbliche per tutti allora, che servono e nel caso di BeCharge, le stazioni Fast (fino a 150 kW) o HyperCharge (oltre 150 kW) sparse sul territorio potranno sfruttare entrambe il massimo consentito, dal sistema a bordo di Fiat 500. In ogni variante, che sia berlina, cabrio o 3+1. Ovvero quegli 85 kW DC che per un 80% di ricarica impiegano soli trentacinque minuti. Si prevede un biberonaggio equivalente a range 50 Km, con soli cinque minuti di attesa.
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