Ancora poco frequentata rispetto ad altre zone della Campania, il Cilento è una terra meravigliosa che merita di essere scoperta perché riserva grandi sorprese. È la meta ideale per chi ama l’enogastronomia (da provare tutti i piatti tipici cilentani, partendo da lagane e ceci), ma anche per gli appassionati di storia e antichità (qui si trovano i resti dell’Antica Magna Grecia), così come per chi predilige lunghe passeggiate nei borghi e nella natura.
In Cilento, infatti, si fondono arte, storia, natura e buona cucina. Il tutto condito dalla caldissima ospitalità dei cilentani. Vi propongo quindi un itinerario per un weekend lungo in Cilento, un bellissimo on the road da fare in auto elettrica. Si parte da Salerno con tappa nella vicinissima Baronissi per caricare l’auto in una delle colonnine Plenitude + Be Charge, per poi procedere verso le altre località.
Giorno 1: il fascino dell’antichità: Paestum e Agropoli
Paestum
La prima tappa del viaggio è Paestum, l’antica Poseidonia, il gioiello della Magna Grecia. Vale la pena pianificare un weekend in Cilento anche solo per visitare Paestum, tanto questo sito archeologico è imponente e mozzafiato. Arrivare qui, al cospetto dei templi di Hera, Atena e Poseidone catapulta letteralmente nel passato. Una sensazione che si traduce in un’emozione indescrivibile.
L’imponenza di Paestum è data dal fatto che il sito si trova su un altipiano a base di calcare che consente a tutta la città di sopraelevarsi rispetto all’insieme.
Quel che stupisce di Paestum è che – a differenza di quello che si potrebbe dire di altri importanti siti archeologici – conserva ancora oggi la sua autenticità e avvolge in un’atmosfera sacra, unica.
Prima di lasciare Paestum non possiamo perderci la visita del Museo Archeologico Nazionale, che raccoglie antichissimi reperti di grande valore provenienti dal territorio di Paestum – o meglio, dell’Antica Poseidonia. Uno tra tutti l’abbiamo visto e rivisto sui libri di scuola: la Tomba del Tuffatore, risalente al 480 a.C. Con la bellezza negli occhi, lasciamo Paestum e ci dirigiamo ad Agropoli per il pranzo.
Agropoli
Situata all’interno del Parco Nazionale del Cilento, Agropoli è una meta da non perdere per il suo patrimonio storico, architettonico e culturale. E anche per la sua cucina, tant’è che facciamo subito tappa al ristorante U’ Sghiz per provare alcuni piatti tipici cilentani, partendo dall’acclamatissimo primo lagane e ceci.
Questo piatto è fatto con le lagane – un tipo di pasta fresca realizzata con semola di grano duro e acqua – che vengono cotte insieme ai ceci precedentemente stufati e al pomodoro. Ingredienti che si legano benissimo dando vita a un piatto che mi ha stupito per la sua cremosità! Pensare che è un piatto che apparteneva alla cucina povera, eppure è estremamente ricco di sapore!
Dopo pranzo ci lasciamo catturare dalla bellezza di Agropoli, città arroccata sul mare. Il suo nome, infatti, deriva dal greco e significa “città alta” proprio per la sua particolare posizione.
Facciamo un giro nel borgo antico percorrendo la “Salita degli Scaloni” fino ad arrivare alla Porta Monumentale e al Castello Angioino Aragonese. Nel tardo pomeriggio ci rilassiamo sul lungomare San Marco, la cui omonima spiaggia ha ricevuto più volte il riconoscimento di “Bandiera Blu” per la limpidezza delle sue acque.
Ci fermiamo ad Agropoli per la notte, per poi procedere l’indomani a Torchiara.
Giorno 2: tra borghi e mare: Torchiara e Castellabate
Torchiara
Detto anche “il pase delle torri”, Torchiara è un tranquillo borgo d’altri tempi caratterizzato – appunto – da torri. È circondato da immense distese di verde e formato da una parte “alta” ed una “bassa”, tant’è che Torchiara domina il golfo di Agropoli.
Abbiamo inserito questo borgo nell’itinerario perché la visita di Torchiara permette di comprendere meglio quanto il Cilento sia fatto sì di meravigliose cittadine di mare, ma anche di incantevoli borghi dell’entroterra, altrettanto ricchi di bellezza. L’aspetto medievale del borgo di Torchiara, con le sue stradine strette e le case basse, fa da cornice a un affascinante centro storico, che esploriamo con meraviglia.
Tra i siti interessanti da vedere nel centro storico: la caratteristica Chiesa di S. Salvatore (risalente al 1100), le chiese medievali della Madonna delle Grazie e di San Bernardino, la Torre Mangone (del ‘700, costruita come struttura difensiva e di controllo del territorio), e gli antichi palazzi nobiliari come il Palazzo Riccio e il Palazzo Baronale de Conciliis. A questo punto inizia ad arrivare la fame e quindi decidiamo di spostarci a Castellabate per il pranzo.
Castellabate
Appena arrivati a Castellabate, prima di partire alla scoperta di questa cittadina divenuta famosissima negli ultimi anni, ci fermiamo a pranzo in una trattoria tradizionale per gustare ancora qualche piatto tipico cilentano. Stavolta scegliamo di assaggiare gli scialatielli alla cilentana, un primo piatto preparato con pasta fresca, pomodori secchi, capperi, acciughe e mollica di pane.
Boccone dopo boccone, com’era prevedibile, ci innamoriamo anche di questa specialità. A questo punto prendiamo un caffè, cediamo al dessert e poi procediamo con la scoperta di Castellabate, una delle mete più attese del viaggio.
Castellabate rientra tra i borghi più belli d’Italia ed è stata anche nominata Patrimonio Mondiale dall’UNESCO. Il motivo di tutti questi riconoscimenti è semplice: Castellabate toglie il fiato. Si tratta di uno di quei posti dal sapore genuinamente meridionale, tant’è che proprio qui hanno girato il fortunatissimo film Benvenuti al Sud (di cui sicuramente ricorderete la celebre frase “Quando un forestiero viene al Sud piange due volte. Quando arriva e quando parte”).
Castellabate conta soli ottomila abitanti, ragion per cui custodisce un’atmosfera intima che si avverte passeggiando per il suo dedalo di viottoli tortuosi che, all’improvviso, rivelano scorci del promontorio roccioso.
Un promontorio incastonato nel mare più azzurro e avvolto dalla macchia mediterranea. Il primo posto che abbiamo voluto raggiungere è la terrazza panoramica, che regala una vista impareggiabile sul golfo.
Da qui basta immergersi nel ricamo di viottoli per raggiungere i maggiori punti di interesse, in primis la celebre piazzetta protagonista del film Benvenuti al Sud.
Quel che ci ha stupito è che in questo borgo tutto è ordinato come in un film d’altri tempi. Castellabate è veramente una bomboniera e siamo felici di rimanere qui per la sera, così da poter godere di questa vista anche il giorno dopo, a colazione.
Giorno 3: all’insegna di Hemingway e della gastronomia Cilentana: da Acciaroli a Paestum
Acciaroli
Non possiamo lasciare il Cilento senza vedere una delle sue perle: Acciaroli. Così dedichiamo la domenica mattina a questa località pittoresca con casette colorate e barchette vivaci ormeggiate. Acciaroli è un borgo di mare e un paese di pescatori, tant’è che da sempre si dice che abbia ispirato Hemingway durante la stesura del romanzo Il Vecchio e il mare.
Per questo motivo da tempo vi è una vera e propria diatriba tra la località cilentana e Key West, in Florida (che sempre vanta il merito di aver ispirato Hemingway per la stesura del suo romanzo), che grazie al grande scrittore è ormai una meta turistica conosciuta in tutto il mondo. Non sappiamo qual è la verità, ma siamo sicuri che Acciaroli sia meravigliosa e vada comunque visitata, concedendosi anche del tempo per chiacchierare con i pescatori e vivere il suo lato più bello: il mare.
Il tempio della mozzarella di bufala
Rientrando verso Paestum decidiamo di fare una tappa gastronomica in una eccellenza cilentana: Tenuta Vannulo. Qui vi è un caseificio dove è possibile gustare e acquistare una delle migliori mozzarelle di bufala in assoluto – a detta anche delle persone del posto. Inoltre la tenuta comprende un bar e un ristorante in cui è possibile fermarsi per gustare specialità dolci e salate a base di mozzarella di bufala. Ci fermiamo qui per gustare una delle più grandi specialità cilentane nelle sue varie declinazioni per poi – ahimè – rientrare.
A questo punto andiamo a ricaricare la nostra auto alla colonnina Plenitude + Be Charge di Montecorvino Rovella prima di ritornare a Salerno e concludere il nostro weekend con una buona pizza campana (che non fa mai male) e una passeggiata sul meraviglioso lungomare salernitano al tramonto.
Articolo a cura di Manuela Vitulli