È nel cuore della Pianura Padana, nel profondo sud della Lombardia, tra le province di Pavia e Cremona, che si stende l’itinerario che da Vigevano ci porta a Soncino, passando per due dei capoluoghi di provincia della Lombardia, prima Pavia e poi Cremona.
Si parte dal cuore della Lomellina, dalla città ducale di Vigevano, si prosegue nella città universitaria di Pavia, dove il ponte Coperto collega il pittoresco centro storico con Borgo Ticino, si prosegue alla volta di Cremona, la piccola capitale della musica, tra il Museo del Violino, le botteghe dei maestri liutai e un assaggio di torrone all’ombra del Torrazzo, e si giunge a Soncino, con il suo suggestivo borgo murato, tra rogge e canali.
GIORNO 1 – DA VIGEVANO A PAVIA
Inizia nella Lomellina il nostro viaggio alla scoperta della ricca pianura lombarda. Vigevano è la prima tappa dell’itinerario, dove lasciamo l’automobile in carica in Corso A. Moro 40, in vista della partenza, fissata nel pomeriggio, alla volta di Pavia. È sulla strada che dalla grande Milano raggiunge il cuore della Lomellina che sorge la città che a partire dal 1470, sotto gli Sforza, divenne uno dei centri più importanti della Pianura Padana.
Proprio nel periodo sforzesco Vigevano divenne un importante centro manufatturiero famoso per la lavorazione dei panni di lana e di lino. Anche nota come “capitale della scarpa”, sede del primo calzaturificio a modello industriale, Vigevano è ricca di storia e di tesori architettonici. Dal passato illustre, ebbe tra i protagonisti della sua storia non solo gli Sforza ma anche i Visconti, oltre ad artisti del calibro del Bramante e Leonardo.
Dedichiamo la mattinata alla visita del centro storico. Piazza Ducale, cuore pulsante della città ed esempio di architettura urbanistica del Rinascimento lombardo, ci incanta con la bella cattedrale di Sant’Ambrogio, risalente al XVI secolo, con i bei portici popolati di negozi storici, boutique, ristoranti e bar. Altro tesoro del centro è il castello Visconteo – Sforzesco, o palazzo Ducale, inizialmente castello poi modificato, nel Quattrocento, per divenire residenza dei Duchi di Milano.
Presso quest’ultimo si trova anche la celebre torre del Bramante, divenuta negli anni simbolo di Vigevano, che ospita una terrazza panoramica che offre una bellissima vista sulla città.
Per il pranzo ci fermiamo in uno dei ristoranti del centro per goderci un tagliere di salumi e un piatto di tagliatelle al ragù.
Nel primo pomeriggio, con l’autovettura carica, partiamo alla volta di Pavia. Dopo una quarantina di chilometri nelle pianure del pavese, eccoci alla città della celebre Certosa, del castello Visconteo e del ponte Coperto sul Ticino. Lasciamo l’automobile in Borgo Ticino per goderci, a piedi, la traversata del ponte Coperto, lungo duecento metri e con cinque arcate, per poi approdare nel centro storico.
Il cuore antico di Pavia ha conservato la struttura romana con i due assi viari: il cardo, corrispondente all’attuale strada Nuova, e il decumano, l’attuale corso Cavour. Centro vitale cittadino è piazza Vittoria, dove sorge il Broletto, un tempo sede delle assemblee cittadine.
Proseguiamo la visita lasciandoci guidare dalla curiosità e dagli scorci più belli. Il duomo, intitolato a Santa Maria Assunta e a Santo Stefano, costruito tra l’XI e il XIX secolo, è a pianta a croce greca a tre navate ed è caratterizzato dalla cupola centrale a pianta ottagonale che domina la città.
Altri tesori da vedere sono la basilica di San Michele Maggiore, tra i più grandi capolavori in stile Romanico lombardo, e quella di San Teodoro, risalente al XII secolo, che custodisce affreschi che narrano le storie di Sant’Agnese e San Teodoro e dipinti con vedute della città del XVI secolo.
Dopo aver fatto qualche acquisto in corso Cavour e in alcuni caratteristici vicoli, ceniamo in un ristorantino a due passi dalla cattedrale, con un piatto di riso salsiccia e Bonarda, vino rosso tipico delle terre pavesi, e una tagliata di manzo con patate.
GIORNO 2 – DA PAVIA A CREMONA
Dopo una ricca colazione lasciamo Pavia per raggiungere la Certosa, situata a pochi chilometri dalla città. Complesso monumentale storico del quale fanno parte il santuario e il monastero, la Certosa di Pavia venne edificata alla fine del XIV secolo per essere completata circa mezzo secolo dopo.
Voluta da Gian Galeazzo Visconti, primo duca di Milano, è l’unione di più stili, dal Tardo-Gotico italiano al Rinascimentale. Dichiarata monumento nazionale nel 1866, dalla fine degli anni Sessanta del Novecento ospita una comunità monastica cistercense.
Una visita indimenticabile ad uno dei complessi religiosi più importanti d’Italia, tra l’incanto della splendida facciata, i chiostri, le navate del santuario e un’infinità di dettagli, dai marmi alle pitture alle decorazioni. Con gli occhi pieni di meraviglia lasciamo un autentico tesoro della pianura lombarda per raggiungere Cremona.
In poco più di un’ora giungiamo all’ombra del Torrazzo, il campanile, simbolo della città. Per il pranzo ci deliziamo con un buon piatto di Marubini Cremonesi al burro e salvia, la tipica pasta ripiena locale riconosciuta come prodotto agroalimentare tradizionale della Lombardia, per proseguire con il cotechino cremonese con la polentina, che accompagniamo con un bicchiere di Bonarda dell’Oltrepò Pavese Doc.
Città del famoso violinista Antonio Stradivari, celebre per i maestri liutai e per il torrone, Cremona è un centro elegante e raffinato che sorge nel cuore della Pianura Padana. Tutta da esplorare a piedi, ci coinvolge con le sue atmosfere e i suoi angoli caratteristici. Il suo cuore monumentale è la medievale piazza del Comune sulla quale si affaccia la cattedrale di Santa Maria Assunta, risalente al XII secolo, dalla bella facciata in marmo bianco di Carrara e rosso di Verona, con un grande rosone centrale, e dall’interno ricco di opere, affreschi, sculture e pitture.
Ai lati del duomo sorgono il Torrazzo, che con i suoi oltre 112 metri di altezza è tra le torri campanarie medievali più alte d’Europa, e il battistero di San Giovanni Battista, risalente al periodo compreso tra l’XI e il XII secolo e alto 34 metri, che custodisce la grande cisterna utilizzata dal vescovo per benedire l’acqua destinata alle varie parrocchie.
Altri gioielli architettonici sono la Loggia dei Militi, dove un tempo si riuniva la “Società dei Militi”, composta da cittadini ed esponenti delle famiglie più influenti di Cremona, e il palazzo del Comune, costruito all’inizio del XIII secolo. L’intreccio di vicoli e strade del centro ci consente di esplorare botteghe, pasticcerie storiche e negozi per fare acquisti. Tra le tipicità locali vi sono il torrone, del quale la città è una delle patrie storiche, formaggi, come gli stracchini, il Grana Padano e il Provolone Valpadana Dop, salumi, come il Salame Cremona Igp, il Cotechino Cremonese e la mostarda. Per il secondo pasto cremonese della giornata scegliamo dei ravioli ripieni di zucca e amaretti e un semifreddo al torrone.
GIORNO 3 – DA CREMONA A SONCINO
La mattinata cremonese la trascorriamo passeggiando nel centro e facendo visita ad alcune botteghe di liuteria, prima di visitare il Museo del Violino, dove vedere, tra gli altri, i reperti stradivariani, collezioni dal valore inestimabile, una collezione dedicata all’espressione della miglior liuteria contemporanea mondiale e la ricostruzione di una bottega di liuteria.
La visita al museo consente di approfondire il forte legame tra la città e la liuteria. Prima di lasciare la bella Cremona pranziamo con un filetto di maiale accompagnato da verdure e patate al forno e un assaggio di torta sbrisolona. Salutiamo la città del torrone e ci dirigiamo verso nord, a Soncino, borgo murato a mezz’ora di macchina da Cremona.
Nel cuore della pianura lombarda, tra rogge, canali e una campagna che pare infinita, ci godiamo i numerosi punti d’interesse di Soncino, tra gli imponenti bastioni, palazzi storici, tra cui palazzo Azzarelli e il palazzo Comunale, con la torre Civica, svariate chiese, tra cui quella di San Giacomo, quella di Santa Maria delle Grazie e la pieve di Santa Maria Assunta e la rocca Sforzesca, tra i più grandiosi esempi di architettura militare lombarda.
Ceniamo in uno dei locali del borgo con un tagliere di salumi e formaggi locali e un risotto alla zucca, classici sapori della pianura, gran finale del nostro itinerario nella bella pianura lombarda.
Articolo a cura di Luca Sartori.