Di questo sogno chiamato Calabria abbiamo scelto di visitare il versante tirrenico, in questo caldo settembre a bordo della nostra auto elettrica, partendo dalla bella Scalea e scendere a sud, fino a Reggio Calabria, dove lo sguardo si appoggia oltre, sulla splendida Sicilia.
È una terra unica la Calabria. Una terra di aspre montagne e mari cristallini, città ricche di storia e borghi arroccati nei suoi angoli più remoti, più nascosti. La Calabria è i suoi profumi e i suoi colori, la sua gente e la sua parlata, terra dove la tradizione e il passato segnano profondamente la quotidianità. Una terra sospesa tra cielo e mare, tra cielo e monti, dove sapori intensi raccontano la sua storia, dove a ogni angolo si svela una meraviglia, dove agli affacci sul mare si uniscono valloni selvaggi, rigogliosi boschi e zone semidesertiche. E poi c’è il vento, il delicato urlo del vento di questa straordinaria lingua di terra stretta tra Tirreno e Ionio.
Giorno 1: Laino Borgo, Scalea, Diamante
Laino Borgo e Scalea
Dopo aver completato la ricarica presso la colonnina di Laino Borgo, piccolo centro calabrese al confine con la Basilicata, ci spostiamo sulle rive del Mar Tirreno, nella bella Scalea, perla del cosentino, che unisce il suo pittoresco quartiere medievale al litorale costellato di bellissime spiagge. Nel nucleo antico, chiuso tra le mura, si respira ancora l’atmosfera di un tempo tra botteghe e trattorie che propongono tipicità locali. Tra le emergenze architettoniche di Scalea vi sono la chiesa di Santa Maria dell’Episcopio e il palazzo dei Principi Spinelli, risalente al XIII secolo, che custodisce affreschi del XVII secolo. Pranzo in uno dei ristorantini del borgo dove assaporiamo una buona frittura di pesce.
Diamante
Lasciamo Scalea per spostarci di pochissimo lungo la costa tirrenica e raggiungere Diamante. Borgo marinaro della Riviera dei Cedri, Diamante conserva un interessante patrimonio storico ed è una delle mete più apprezzate del litorale tirrenico. Da non perdere i suoi murales, che ne colorano piazze e vicoli. Uno spettacolo imperdibile che rende il borgo del cosentino tra i più interessanti della regione. Spesso scelta come location per film, fiction e programmi televisivi, tra cui “L’abbuffata”, film di Mimmo Calopresti con Nino Frassica, Diego Abatantuono e Gérard Depardieu, Diamante è un angolo di Calabria da vivere tutto l’anno, tra il mare e i colori dei suoi murales.
Tra le specialità locali che assaggiamo le tipiche alici conservate sotto sale e peperoncino e le frittelle a base di bianchetto. Chiudiamo con un assaggio di liquore locale prodotto artigianalmente al cedro. Prima di ritirarci per la notte, ideale è una passeggiata sul lungomare, per godere del profumo e della brezza del Tirreno.
Giorno 2: Amantea, Pizzo Calabro
Amantea
È un lungo tratto di costa calabrese quello che ci porta alla volta di Amantea. Lungo il percorso transitiamo nella cittadina di Paola, terra natia di San Francesco da Paola, mentre la vista sul mare si alterna ai panorami che regala l’entroterra. Facciamo tappa ad Amantea, antico centro commerciale calabrese. Camminando nel borgo antico par di respirare quelli che sono i profumi e le visioni della vita marinara di un tempo. Da vedere il duomo, chiesa madre dedicata a San Biagio, che nella Settimana Santa è teatro della processione delle Varette, la principale manifestazione popolare cittadina.
Pizzo Calabro
Riprendiamo il viaggio, che ci regala altri scorci mozzafiato del litorale calabrese, per raggiungere Pizzo Calabro per il pranzo, nel quale ci concediamo un’insalata di polpo e involtini di pesce spada, che accompagniamo con un buon vino bianco del Tirreno, un Lamezia.
Dedichiamo il pomeriggio a Pizzo. È piazza della Repubblica l’affaccio sul mare più bello, cuore del borgo antico, ricco di testimonianze architettoniche aragonesi, invasori di questa importante cittadina della Costa degli Dei.
Castello Murat
Principale testimonianza aragonese è il castello Murat, voluto da Ferdinando I di Aragona nel 1492. Dedicato a Gioacchino Murat, detenuto e fucilato nell’ottobre del 1815, propone un interessante percorso museale. Imperdibile a Pizzo una sosta golosa in una delle gelaterie di piazza della Repubblica, anima di quella che è definita la città del gelato. La sua tipica delizia è il tartufo, inventato negli anni Cinquanta, gelato alla nocciola a forma di semisfera con un cuore di cioccolato fondente fuso e l’esterno ricoperto di cacao amaro in polvere.
Prima di cena ci regaliamo una passeggiata che da piazza della Repubblica sale alla volta della zona alta; è corso Giuseppe Garibaldi l’arteria che taglia in due il centro di Pizzo, animata da negozi, botteghe e locali, dove ci fermiamo per qualche acquisto. Tra i tesori barocchi del borgo c’è la chiesa di San Giorgio, edificio dal bel portale in marmo del 1632.
Cena con alici marinate e tonno alla pizzitana, con uva sultanina e cipolla di Tropea, da accompagnare con uno Scavigna, vino bianco del Tirreno.
Passeggiata serale sul lungomare Cristoforo Colombo, nella zona bassa di Pizzo, per godersi il mare al tramonto.
Giorno 3: Tropea
Terzo giorno a Tropea, autentica meraviglia della Calabria, tra le principali località turistiche della Penisola. Quando vi giungiamo veniamo subito colpiti dal suo splendido mare e dallo sperone roccioso che divide in due il litorale tropeano, dalla cima del quale troneggia quello che è il simbolo della cittadina, la chiesa di Santa Maria dell’Isola.
Bella la passeggiata lungo le belle spiagge e ricca di suggestioni la salita alla chiesa, assegnata da Urbano II all’abbazia di Montecassino nel 1077, rifatta alla fine del Trecento e ricostruita dopo il terremoto del 1905. Dalla sommità dello sperone roccioso dove sorge la chiesa si gode di una delle viste più belle del Mediterraneo, la splendida palazzata del centro storico appoggiato sulla rupe di arenaria. Da vedere la grotta del Palombaro, passaggio che collega la spiaggia della Linguata con quella della Rotonda.
Ci fermiamo per il pranzo in uno dei ristoranti del centro storico per gustarci una buona grigliata di pesce e chiudere con uno sgrassante sorbetto al limone.
Tropea è sicuramente una delle mete calabresi che regalano gli scenari naturali più belli, ma è anche un centro ideale dove fare acquisti, magari una bottiglia di olio extravergine, un vino locale, la ‘nduja, qualche cipolla rossa tipica della zona o una prelibatezza al peperoncino. Passeggiare per le vie del centro storico, tra edifici storici e affacci sul mare, e godersi il centralissimo corso Vittorio Emanuele II, ci regalano una Tropea diversa da quella che è accarezzata dal mare. In via Roma è d’obbligo una visita alla cattedrale romanica siculo-normanna del XII secolo. Facciamo poi ritorno sul corso, per goderci il vivace via vai della cittadina prima di accomodarci per la cena rigorosamente, ancora una volta, a base di pesce, con un filetto di tonno con contorno di cipolle tipiche tropeane, autentico tesoro della zona.
Passeggiata con vista mare imperdibile prima di ritirarci per la notte.
Giorno 4: Reggio Calabria, Nicotera, Rosarno e Bagnara Calabra
Reggio Calabria e Nicotera
Lasciamo la splendida Tropea per proseguire alla volta di Reggio Calabria, verso sud.
È a Nicotera che facciamo tappa. Borgo pittoresco affacciato sulla costa, regala una vista straordinaria sulla riviera. Tra vicoli lastricati e piazzette, da vedere è il castello dei Ruffo, dell’XI secolo, oltre ai viottoli dell’antico quartiere ebraico della Giudecca e la cattedrale.
Ripartiamo e ci dirigiamo alla volta di Rosarno, importante snodo ferroviario e autostradale della piana di Gioia Tauro, dove, dopo oltre 250 chilometri di viaggio, lasciamo l’auto alla ricarica presso la colonnina di via Nazionale.
Ne approfittiamo per pranzare e assaporare un buon piatto di paccheri pesce spada e melanzane in una delle trattorie della città.
Rosarno e Bagnara Calabra
Lasciamo Rosarno alla volta del mare. Superati i grossi centri di Gioia Tauro, importante centro agricolo, commerciale e industriale della costa tirrenica, e Palmi, attivo centro agricolo e balneare, giungiamo a Bagnara Calabra, pittoresca località balneare della Costa Viola.
Il borgo propone numerose attività commerciali e locali, chiese, la torre di re Ruggiero, situata nel rione di Marinella e il castello Emmarita, noto anche come palazzo ducale dei Ruffo. Da non perdere il monumento dedicato a Mia Martini, alla Marinella, voce indimenticabile e straordinaria, con la sorella Loredana Bertè, di questo borgo di Calabria.
Ancora pesce, freschissimo pesce, per la cena a Bagnara con un carpaccio di pesce spada, salmone e scampi e tagliolini all’astice.
Giorno 5: Scilla
Quinto e ultimo giorno calabrese a Scilla, che raggiungiamo rapidamente dalla vicina Bagnara Calabra. È Chianalea il suo quartiere più caratteristico, dagli stretti vicoli e dalle scale che terminano in mare. Uno degli affreschi marinari più belli della regione dove è facile imbattersi in pescatori alle prese con le reti da pesca, o magari occupati nella sistemazione delle barche. Anche il quartiere di San Giorgio merita una visita, zona centrale dello splendido borgo a due passi da Reggio Calabria. È bello perdersi per le vie di Scilla, dove il rumore del mare accompagna la nostra passeggiata.
Dopo un veloce pranzo, con un saporito panino alla ‘nduja, ripartiamo alla volta della grande Reggio Calabria. Tra gli angoli imperdibili della città calabrese c’è quello che Gabriele D’Annunzio definì “il chilometro più bello d’Italia”. Tra le più belle e panoramiche passeggiate dei nostri mari, il lungomare di Reggio regala una delle viste più belle sull’Etna.
Dal lungomare ci spostiamo nel movimentato corso Garibaldi, autentico salotto cittadino, intersecato da strade ricche di botteghe artigianali, eleganti boutique, gelaterie e pasticcerie. Cuore religioso della città è piazza del Duomo, sulla quale si affaccia la cattedrale Metropolitana di Maria Santissima Assunta in Cielo, dall’architettura dallo stile Eclettico-liberty e dall’interno in stile Romanico. Imperdibile il Museo Archeologico di Antichità, dove vedere, tra gli altri, i Bronzi di Riace, e la Pinacoteca Civica, che propone, tra i tesori, quadri, tele e tavolette dipinte da Antonello da Messina.
L’itinerario calabrese lungo il Tirreno non può che concludersi a tavola, con un bel tagliere di salumi tra cui la soppressata, con finocchietto selvatico e peperoncino, la pancetta, il capocollo, e formaggi locali, tra cui il pecorino dell’Aspromonte.