Bari e Matera negli ultimi anni vengono sempre più scelte dai turisti per brevi weekend o tour più lunghi e, vista la loro vicinanza, benché appartengano a regioni diverse, vengono sempre abbinate. Tuttavia non tutti sanno che da Bari a Matera si può visitare una zona bellissima della Puglia: la Murgia.
Una zona meno battuta che pian piano inizia a far parlare di sé, soprattutto da quando è stata notata da prestigiosi set cinematografici. Anche perché la Murgia non ha solo paesaggi da cartolina, ma è anche patria di una ricca gastronomia. In questo itinerario andremo quindi ad esplorare la Murgia pugliese in auto elettrica, partendo da Bari fino ad arrivare in Basilicata.
Giorno 1: Bari
Il nostro viaggio parte da Corato, a pochi chilometri di distanza da Bari: nel tempo di una colazione ricarichiamo la nostra auto presso una colonnina Plenitude+Be Charge. Iniziamo quindi il nostro itinerario tra Puglia e Basilicata con la scoperta di una delle città ormai più amate d’Italia: Bari. Grazie a numerosi film, a un importante lavoro di rivalutazione e a una serie di riconoscimenti a livello internazionale, Bari è riuscita a scrollarsi di dosso la cattiva nomea del passato e nell’ultimo decennio ha accolto milioni di turisti da ogni parte del mondo.
Oggi Bari è punto di partenza per buona parte degli on the road in Puglia (e non solo) e conquista letteralmente chiunque la visiti. La visita non può che partire dal caratteristico centro storico – meglio noto dai local come Bari Vecchia – con una lunga passeggiata tra i vicoli passando dalle famigerate “signore delle orecchiette” per vederle all’opera mentre con le loro mani preparano la pasta fresca più famosa della città.
Obbligatoria la visita della Basilica di San Nicola (il Santo patrono di Bari) non solo per la sua bellezza, ma anche perché è un luogo sacro che simboleggia la pace, unendo cattolici e ortodossi. A questo punto è il momento di mettere qualcosa sotto i denti per pranzo e nulla è più azzeccato di un pezzo di focaccia barese, uno degli street food più apprezzati in assoluto.
Con un pezzo di focaccia calda tra le mani, finito il giro del Borgo Antico, si può procedere verso il lungomare passando per alcuni dei teatri più belli di Bari (Teatro Margherita, Teatro Petruzzelli e Teatro Kursaal Santalucia) fino ad arrivare allo storico Palazzo della Provincia per ammirarne l’interno e visitare la Pinacoteca Corrado Giaquinto, uno dei musei più importanti del Sud Italia.
Una volta terminata la full immersion artistica, ci si ritroverà di fronte al mare. E a questo punto il modo migliore per vivere Bari “alla barese” è prendere una birra, sedersi su una panchina e aspettare il tramonto per poi concludere in bellezza con un panzerotto caldo a Largo Albicocca.
Giorno 2: Bari e Altamura
Altamura
Lasciata Bari, ci dirigiamo ad Altamura ed entriamo così nella zona della Murgia. Appena ci avviciniamo all’ingresso della città con la nostra auto elettrica lo leggiamo a chiare lettere: Benvenuti nella città del pane. Sì, perché il pane di Altamura, che ha ottenuto il marchio DOP, è una delle specialità più acclamate della Puglia. E noi non possiamo assolutamente perderci l’assaggio di questa prelibatezza. Perché ad Altamura è d’obbligo visitare un forno storico, fare scorta di pane e magari addentare un pezzo di focaccia calda.
Per farlo basta immergersi nel centro storico passando anche tra i claustri, una sorta di piazzette chiuse nonché una caratteristica che si trova solo nel centro storico altamurano. Con la pancia piena e soddisfatta, prima di lasciare la città, con la nostra auto visitiamo il Pulo di Altamura, la più grande dolina carsica dell’Alta Murgia.
Gravina in Puglia
La prossima tappa è Gravina in Puglia, un tesoro ricco di storia e di siti ancora poco conosciuti: dalla Gravina sotterranea ai siti ecclesiastici, fino ai misteriosi ipogei. Partiamo subito dall’imponente Ponte dell’Acquedotto che ci regala la magica sensazione di essere catapultati indietro nel tempo. Non è un caso se set cinematografici di Hollywood hanno scelto proprio questo ponte per alcune scene, in primis l’ultimo 007.
Con i suoi 90 metri, il Ponte dell’Acquedotto collega le due sponde del torrente e conserva una canalizzazione che era fondamentale per portare l’acqua all’interno della città dalla vicina fonte di Sant’Angelo.
A questo punto continuiamo la passeggiata arrivando nel centro storico di Gravina, dove scopriamo la Cola Cola, una gazza ladra immortalata nel fischietto in terracotta fatto a mano. Oltre ad essere un coloratissimo souvenir, è il simbolo della città e per scoprire la sua storia decidiamo di visitare il Museo-Laboratorio della Cola Cola. Qui acquistiamo anche qualche fischietto da regalare ad amici e parenti.
A questo punto, complici i profumi di cucina nell’aria, ci è venuta già fame e decidiamo di fermarci in un ristorante che propone cucina tipica. Qui assaggiamo il pregiatissimo Pallone di Gravina, un formaggio che viene stagionato all’interno di una grotta e, dopo 4 mesi di stagionatura, ottiene il Presidio Slow Food. La sua peculiarità è data dal fatto che la stagionatura avviene in grotte naturali, senza alcun utilizzo di frigoriferi dal momento che vengono sfruttate l’aria e l’umidità naturale. Usciti dal ristorante è già buio e ci lasciamo incantare dalla bellezza di Gravina di sera.
Giorno 3: Matera
Lasciata Gravina in Puglia, dopo una lunga colazione ci dirigiamo a Matera, passando per Putignano, dove lasciamo l’auto in ricarica presso una colonnina Plenitude+Be Charge mentre pranziamo con un piatto celebre: le orecchiette alle cime di rapa. Giunti a Matera, prendiamo un caffè accompagnato da un dolce tipico di Matera (conteso con la vicina città di Altamura): la tetta della monaca. Un dolce irresistibile ripieno di crema che pare sia stato inventato in un monastero – e da qui il suo nome.
A questo punto è doveroso concedersi una lunga passeggiata per ammirare i colori e la bellezza di Matera, passando dal Sasso Caveoso a quello Barisano. Matera è un gioiello unico al mondo e, passeggiandovi, si realizza quanto sia assurdo che solo 70 anni fa fosse considerata la vergogna d’Italia a causa dell’indicibile povertà in cui versava la popolazione materana. Oggi Matera ha saputo rialzarsi egregiamente conquistando visitatori provenienti da ogni parte del mondo – complice l’UNESCO che, nel 1993, ha dichiarato i sassi di Matera Patrimonio Mondiale dell’Umanità.
Quella che un tempo era definita una vergogna oggi è un grande motivo di orgoglio. E noi ci lasciamo ammaliare dai Sassi, dalle grotte e dal panorama circostante. Per comprendere meglio la storia di Matera visitiamo anche la Casa Grotta nei Sassi, che mostra come un tempo si viveva in questa città. Condizioni lontane anni luce da quelle attuali. E ovviamente decidiamo di fermarci a dormire tra i Sassi perché Matera di notte è uno spettacolo che non vogliamo proprio perderci.
Articolo a cura di Manuela Vitulli