Parte nell’estremo sud del Lago Maggiore uno degli itinerari più spettacolari del nord del Piemonte. Arona è uno dei centri più importanti del Verbano, ricco di storia e affacciato sulle acque del principale lago piemontese. Il percorso si snoda verso nord, alla volta della elegante Domodossola, capitale delle terre ossolane, per proseguire a Santa Maria Maggiore, suggestivo borgo di antiche tradizioni, per chiudersi nuovamente sulle rive del Lago Maggiore, nel suo estremo nord, a Cannobio, a due passi dal confine svizzero.
GIORNO 1 – DA ARONA A DOMODOSSOLA
Mentre lasciamo l’auto in carica visitiamo Arona, tra i centri più grandi della provincia di Novara. Primo importante approdo sul Lago Maggiore per chi giunga da Torino e Milano, Arona divenne, in epoca rinascimentale, feudo della famiglia di banchieri toscani Borromeo per passare poi agli Sforza nel 1441. Dominio spagnolo e austriaco, passò ai Savoia, nelle mani dell’esercito napoleonico e nuovamente ai Savoia, acquisendo poi il titolo di città nel 1838, per essere collegata a Novara con una linea ferroviaria nel 1855, che la portò a un sostanziale sviluppo industriale e turistico.
Il colosso di san Carlo Borromeo, noto come Sancarlone, la Rocca, che fu anche un prezioso rifugio per i vescovi milanesi, il Museo Archeologico, quello Mineralogico e le tante chiese, rendono la cittadina una meta interessante sotto svariati aspetti. Ci godiamo la passeggiata nel cuore storico, lungo corso Cavour, arteria principale della località del Verbano, ricca di botteghe e negozi, fino a raggiungere piazza del Popolo, dalla quale si gode di un incantevole panorama sul lago e la vista della Rocca di Angera, una delle perle architettoniche della sponda lombarda.
Pranziamo in uno dei ristoranti della cittadina dove ci gustiamo un risotto allo zafferano e un sorbetto.
Lasciamo Arona nel primo pomeriggio con l’auto carica, per dirigerci alla volta di Domodossola, distante circa 65 chilometri. La strada ci consente per un lungo tratto di costeggiare le acque del lago. Superiamo i centri di Meina e Lesa fino a giungere a Stresa, tra le località più esclusive del Lago Maggiore, dalle rive della quale, tra hotel di lusso e bei giardini, si gode la vista dell’arcipelago Borromeo, con l’Isola Bella, l’Isola dei Pescatori e l’Isola Madre.
Proseguiamo verso nord e dopo Baveno lasciamo il lago per proseguire alla volta del borgo medievale di Vogogna, che annuncia l’imminente arrivo a Domodossola, che raggiungiamo nel cuore del pomeriggio.
Dopo esserci concessi un rinfrescante gelato ci addentriamo nel cuore del centro principale della val d’Ossola, situata nella piana del fiume Toce. Fulcro di questa terra di confine, estremo lembo settentrionale del Piemonte, Domodossola è crocevia di scambi commerciali e culture, dove convergono svariate valli alpine. Ci addentriamo nel centro storico, tra vicoli, botteghe e scorci pittoreschi: cuore della cittadina, salotto dal grande fascino, è piazza Mercato, simbolo della città, caratterizzata da portici quattrocenteschi a sostegno delle case padronali a balconate e a loggette risalenti al periodo compreso tra il XV e il XVI secolo. Un susseguirsi di archi romanici e gotici e gli stemmi delle grandi famiglie ossolane completano uno degli affreschi architettonici più belli del Piemonte. Altro tesoro che non ci perdiamo è la chiesa collegiata dei Santi Gervasio e Protasio, principale chiesa dell’Ossola, ricostruita tra il 1792 e il 1798.
Cena con polenta e spezzatino di selvaggina che accompagnamo con un rosso corposo locale, un Valli Ossolane Doc Nebbiolo.
GIORNO 2 – DA DOMODOSSOLA A SANTA MARIA MAGGIORE
Dopo una ricca colazione raggiungiamo il vicino Sacro Monte Calvario, tra i sacri monti alpini inseriti nel 2003 nell’elenco dei patrimoni dell’umanità dell’Unesco, edificato a partire dal 1656 sul Colle Mattarella. Le 15 cappelle della suggestiva Via Crucis sono un interessante percorso d’arte e spiritualità.
Nella tarda mattinata lasciamo Domodossola per spostarci nella vicina Santa Maria Maggiore. Mezz’ora di viaggio per poco meno di venti chilometri per raggiungere il delizioso borgo della Valle Vigezzo, nota anche come la valle dei pittori, per la storica presenza di ritrattisti e paesaggisti.
Una fumante polenta con ragù di cervo, che accompagnamo con un bicchiere di vino rosso locale, è il nostro pranzo che precede la visita a Santa Maria Maggiore.
Comune più esteso della Val Vigezzo e meta suggestiva e di cultura, è il borgo degli spazzacamini. Per approfondire la storia e le tradizioni del centro vigezzino il Museo dello Spazzacamino è una meta da non perdere. Situato in pieno centro, nel cuore di villa Antonia, sede del Municipio, con la Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini” e la “Casa del Profumo Feminis-Farina”, compone un complesso di grande interesse. Al pian terreno del Museo dello Spazzacamino sono esposti abiti, opere pittoriche, attrezzi e oggetti che ricostruiscono significato e storia del mestiere di fumista: al secondo un percorso multisensoriale, con l’entrata in una canna fumaria orizzontale tra racconti di vita legati alle famiglie di spazzacamini ed emozioni. Da vedere anche la Casa del Profumo Feminis-Farina, percorso che porta alla scoperta della storia dell’Acqua di Colonia, ideata da Giovanni Paolo Feminis, originario della frazione di Crana, e la pinacoteca della Scuola di Belle Arti “Rossetti Valentini”, dove sono esposte le opere dei pittori vigezzini dalla metà del Settecento a tutto il Novecento.
Cena con un tagliere di salumi, tra cui il violino di capra speziato e la mortadella di fegato, e un piatto di costolette di capretto con un contorno di patate.
GIORNO 3 – DA SANTA MARIA MAGGIORE A CANNOBIO
Dopo colazione lasciamo la caratteristica Santa Maria Maggiore per dirigerci alla volta di Cannobio, vivace località dell’estremo nord del Lago Maggiore. Una trentina di chilometri tra i boschi della Val Cannobina ed eccoci a Cannobio, tra le località più belle del Verbano.
A due passi dalla Svizzera, il borgo regala viste incantevoli sulle acque animate dal via vai delle imbarcazioni che approdano nel suo porticciolo.
La mattinata la dedichiamo alla visita del centro dalla pittoresca palazzata che guarda al Verbano, ai vicoli del nucleo storico ricchi di botteghe, locali e negozi, e a uno dei lungolago più belli del Piemonte. Tra i tesori architettonici che visitiamo vi sono il santuario della Santissima Pietà, con l’interno a navata unica, la collegiata di San Vittore, dall’imponente interno, l’oratorio di Santa Marta, con l’altare maggiore in legno dorato, e il palazzo della Ragione, detto Parasio, edificato nel 1291 dal podestà Ugolino.
Dopo un pranzo veloce con formaggi d’alpeggio e salumi tipici della zona, si parte per una passeggiata alla volta dell’orrido di Sant’Anna, tra gli spettacoli naturali più belli della zona settentrionale del Lago Maggiore. Alle pareti a strapiombo e alle acque profonde e verdissime si unisce il santuario risalente al 1638, dal quale prende il nome l’orrido, che presenta la bella cappella affrescata dedicata alla Madonna di Loreto e che domina la stretta spaccatura della roccia dove scorrono le acque del torrente Cannobino attraversate da due ponti. Tornati nel cuore storico di Cannobio ci regaliamo una ricca cena con vitello tonnato, un piatto di pappardelle al ragù di cervo e un delicato bunet. Con la pancia piena ci godiamo una passeggiata serale sulle rive del lago, dolce e romantico epilogo dell’itinerario nelle le terre del Verbano e dell’Ossola.
Articolo a cura di Luca Sartori.