Da Pont-Saint-Martin a Courmayeur c’è tutta la Valle d’Aosta. Per chi giunga in valle da Torino o Milano sono l’inizio e la fine, prima del traforo del Monte Bianco, della regione. Tra i due borghi c’è tutta la valle centrale, ci sono borghi e castelli, pievi e vigne, boschi e frutteti, antichi ponti e campanili, caseifici e cantine, rocce e torrenti.
Un itinerario di scoperta tra i più spettacolari d’Italia, un lungo percorso nel quale convergono le valli che portano alle cime, ai quattromila, ai ghiacciai perenni dove prendono forma i tanti torrenti che bagnano la valle. Da Issogne a Verrès, da Chatillon a Chambave, da Fénis ad Aosta, per proseguire poi verso Sarre e Morgex, fino a giungere a Courmayeur, è una continua emozione, tra viste spettacolari e sapori unici.
Giorno 1: Pont-Saint-Martin e Aosta
È la porta della Valle D’Aosta. Quando vi si giunge dalle terre del Canavese, Pont-Saint-Martin è il primo centro della regione. Parte proprio da qui il nostro itinerario valdostano in auto elettrica. Lasciamo l’automobile presso la colonnina Plenitude+Be Charge di via Nazionale per Donnas per la ricarica e ci facciamo una passeggiata nel borgo. Assolutamente da vedere è l’imponente ponte in pietra costruito dai Romani nel I secolo a.C. nel cuore del paese, esempio di ponte a campata unica di grandi dimensioni. All’imbocco della valle del Lys che porta verso il Monte Rosa e i suoi ghiacciai, Pont-Saint-Martin propone un territorio ricco di cammini tra cui il celebre Cammino Balteo che proprio qui inizia e termina, itinerario che porta gli escursionisti alla scoperta del patrimonio storico e culturale della valle centrale della regione alpina.
Pranzo con le classiche cotolette alla valdostana, preparate con la carne di vitello farcita con prosciutto cotto e Fontina, il formaggio valligiano per eccellenza, con un contorno di patate al forno. Per chiudere assaggiamo le tegole valdostane, classico dolce regionale preparato con nocciole, mandorle e vaniglia e dalla forma tipica a disco sottile.
Alla scoperta di Aosta
Lasciamo Pont-Saint-Martin per proseguire verso Aosta. Prima i vigneti di Donnas, gli spettacolari paesaggi terrazzati dove si coltivano le uve Nebbiolo, Freisa e Neyret che danno vita al Vallèe d’Aoste Donnas Doc, poi l’imponente sagoma del forte di Bard, incastonato tra l’area vinicola di Donnas e quella di Arnad-Montjovet, sede di un interessante complesso museale, ci portano a Issogne. Tra i più interessanti manieri della Valle D’Aosta, non ce lo possiamo perdere. Ubicato nel cuore del borgo, all’esterno si presenta come un imponente caseggiato dalle forme austere. La meraviglia è tutta all’interno. Oltre a proporre splendidi affreschi del XV secolo, raffiguranti scene di vita quotidiana, propone la celebre fontana del Melograno e una bellissima sala baronale.
Cena con un tagliere di salumi, dove non può mancare il delizioso lardo di Arnad, centro a due passi da Issogne, e con un buon agnello alle erbe.
Giorno 2: Verrès e Châtillon
La mattinata ci porta al vicino paese di Verrès, sull’altra sponda della Dora Baltea. Caratterizzato dalla presenza del castello, che domina l’abitato dall’alto di una rupe, merita una visita per i suoi tortuosi vicoli, e per l’itinerario di storia e architetture tra i più interessanti della regione. La cappella seicentesca dei Santi Barbara e Giacomo a Torille, con notevoli arredi sacri, poi quella di San Grato, quella dell’Addolorata, fondata nel 1678 da Martino Freydoz, e il complesso architettonico della prevostura di Saint-Gilles, dell’XI secolo, che custodisce la cappella sepolcrale di Ibleto di Challant e una trifora in pietra, piccolo capolavoro del gotico valdostano, sono solo una parte dei tesori di questo borgo all’imbocco della val d’Ayas, altra valle che porta al Massiccio del Monte Rosa. È il castello il pezzo forte della nostra visita a Verrès: tra i manieri più suggestivi e ben conservati della valle, è raggiungibile a piedi. Di particolare interesse è la sala d’armi, con volta a sesto acuto, dotata di due camini monumentali.
La valle di Châtillon
Pranzo energico e saporito con un buon piatto di polenta concia, ricca di Fontina e burro fuso.Prima di lasciare Verrès facciamo una sosta in una delle gastronomie della zona per acquistare formaggi e yogurt prodotti nelle valli. Proseguiamo poi alla volta di Châtillon, grosso centro della valle centrale. Un percorso che si snoda tra gole rocciose, la vista dei ruderi del castello di Saint-Germain, quella del borgo di Saint-Vincent, sede del Casinò de la Vallèe e delle Terme, e, sull’altro versante della valle centrale, del castello di Ussel, straordinario esempio di maniero monoblocco.
Antico centro commerciale, Châtillon era un tempo teatro di importanti fiere e mercati del bestiame, meta dei mercanti della Valtournenche che qui giungevano per scambiare i loro prodotti. Visitiamo il castello Gamba, arroccato su un poggio roccioso che domina Châtillon: costruito agli inizi del Novecento in pietra, è di struttura simmetrica con un’alta torre centrale ed è circondato da un parco di 7mila metri quadrati ricco di vegetazione. L’interno del castello ospita la collezione di arte moderna e contemporanea della Regione Valle D’Aosta.
È la carbonada alla valdostana a illuminare la nostra cena in valle: preparata con carne di manzo e pancetta di maiale, la accompagniamo con una fumante polenta e la annaffiamo con uno dei migliori vini valdostani, il Torrette.
Giorno 3: Chambave e Fénis
A due passi da Châtillon, sulla strada che porta verso Aosta, c’è Chambave, una delle capitali enologiche della regione. Terra di vigne e vini, Chambave merita una sosta in cantina per assaggiare un Chambave Muscat, un Nus Malvoisie e un Fumin. Chambave è un’esperienza unica per chi ama il vino ma anche i distillati, un percorso nella storia e nei sapori della valle.
Ci spostiamo poi ancora verso Aosta per fermarci a Fénis, dove per il pranzo ci concediamo un tagliere di formaggi, con toma di Gressoney e Fontina, e salumi, tra cui la mocetta, il prosciutto di Saint-Marcel e il lardo di Arnad.
Il pomeriggio è tutto dedicato al castello di Fénis, tra gli edifici fortificati più suggestivi d’Italia. Risalente al XIII secolo, appartenne al ramo di Fénis della potente famiglia Challant. Tra i monumenti più visitati del nord Italia, presenta mura merlate, torri e ambienti interni che consentono ai visitatori di immergersi nella vita castellana del Medioevo. Monumento nazionale dalla fine dell’Ottocento, merita sicuramente una visita anche solo per il bellissimo cortile ornato da splendidi affreschi di scuola jaqueriana.
Tra gastronomia e cultura ad Aosta
Lasciamo Fénis, incantevole zona della valle immersa tra i monti a due passi dal capoluogo, per raggiungere in serata Aosta per la ricca cena. Iniziamo con un assaggio di Jambon de Bosses, il tipico prosciutto della valle del Gran San Bernardo, per proseguire con gli gnocchetti di patate alla fonduta di toma di Gressoney, e chiudere con una crostata di mele. Imperdibile una passeggiata serale tra i vicoli della vecchia Aosta e la bella piazza Chanoux, cuore della città.
Lasciamo l’automobile presso la colonnina di ricarica Plenitude + Be Charge di via Roma, dopo aver percorso gran parte della valle centrale, e ci godiamo la città. Vivace centro nel cuore delle Alpi, Aosta è bella tutto l’anno ma particolarmente interessante nel periodo Natalizio, con i suoi mercatini di Natale sparsi per la città. Dai tesori architettonici all’area romana, dalle chiese ai musei, dalle botteghe alle gastronomie, la città propone continue sorprese.
Tra i suoi luoghi più scenografici c’è il Teatro Romano, caratterizzato da una serie di contrafforti e arcate, con una facciata che misura 22 metri di altezza e 65 metri di larghezza. Altra meraviglia della città è la collegiata di Sant’Orso, complesso monumentale di particolare suggestione e valore storico dove rimaniamo incantati dalla bellezza del chiostro. Anche la cattedrale merita una visita anche solo per i suoi diversi stili, dal Romanico al Rinascimentale al Neoclassico. E poi tanti acquisti, dalle confetture agli oggetti in legno.
Pranzo con qualche salume, un risotto con fonduta e un assaggio di genepy, ottimo digestivo locale.
Giorno 4: Sarre e Morgex
Lasciamo Aosta, dopo aver effettuato la ricarica dell’auto, e proseguiamo verso il Monte Bianco.
A una manciata di chilometri da Aosta ci fermiamo a Sarre per visitare il suo castello. Dimora di caccia di Vittorio Emanuele II e Umberto I di Savoia, poi residenza della villeggiatura estiva, il castello Reale di Sarre custodisce arredi originali e una parte adibita a museo. Bello il percorso di visita tra dipinti, oggetti preziosi, sculture e ambienti decorati: incantevole il salone e la galleria dei Trofei, decorati con corna di stambecchi e camosci.
Lasciamo Sarre per proseguire verso il Monte Bianco, fermandoci in serata a Morgex, che ci accoglie con i suoi vigneti a pergola bassa. Morgex è un’altra delle capitali del vino della regione dove ci concediamo una cena saporita e sostanziosa con polenta e spezzatino.
Giorno 5: Courmayeur e Val Veny
Una passeggiata per il borgo di Morgex, terra del Blanc de Morgex ed de La Salle, tra il castello Pascal di la Ruine, la casaforte Bozel del Villair e la chiesa di Santa Maria Assunta, prima di partire alla volta di Courmayeur, meta mondana dell’alta valle. È la vista dell’imponente sagoma del Monte Bianco ad accompagnarci lungo la strada che ci porta a Courmayeur, tra cime rocciose, valloni e boschi.
Connubio tra lusso e tradizione alpina, hotel di livello e botteghe storiche a Courmayeur si respirano le Alpi, la loro cultura e le tradizioni dell’alta montagna. Una passeggiata tra i suoi negozi e i caffè del centro ben si uniscono a una fermata storica alla chiesa parrocchiale di San Pantaleone. Tra vetrine e botteghe, lo sguardo spesso corre al gigante delle Alpi, al Monte Bianco che incombe su questa porzione della Valle D’Aosta, con le sue rocce e i suoi ghiacciai.
La Val Veny e i suoi panorami
Per il pranzo ci regaliamo uno dei piatti più tradizionali della regione, la “Seupa à la Vapelenentse”, la tradizionale zuppa alla Valpellinense, preparata con brodo di carne, verza, fontina, pane, burro e cannella in polvere.
Dopo il sostanzioso pranzo, per il pomeriggio ci spostiamo in Val Veny, alla chiesetta di Notre-Dame de la Guérison. Il colpo d’occhio è mozzafiato. Su di noi incombono i ghiacciai del Monte Bianco e sui nostri volti soffia l’aria pungente delle Alpi. Con un buon bicchiere di genepy e uno degli spettacoli più belli delle Alpi chiudiamo il nostro indimenticabile itinerario in auto elettrica in Valle d’Aosta.