L’estate è finalmente arrivata: la voglia di partire per rilassarsi, al mare, in montagna o in altri contesti è più alta che mai. Per questo nuovo itinerario elettrico, abbiamo pensato a una delle isole più belle d’Italia, la terza del nostro Paese per estensione (223 chilometri quadrati): l’Isola d’Elba, da vivere rigorosamente in auto elettrica.
L’isola d’Elba: un paradiso da vivere anche in auto elettrica
In auto, si può pensare di partire da Milano o da Roma verso il porto di Piombino, considerando però che la Capitale è più vicina alla Toscana rispetto la metropoli lombarda. Se doveste arrivare nella città portuale con la batteria scarica, non preoccupatevi: nei pressi del porto sono presenti diversi punti di ricarica Plenitude+Be Charge, per caricare in attesa del traghetto per l’isola.
Giorno 1: Arrivo a Porto Ferraio e sistemazione a Lacona
Muoversi in auto (elettrica) all’Isola d’Elba, al netto di eventuali problemi legati ai parcheggi, è una buona idea: rispetto ad altre isole italiane, il territorio è vasto e presenta delle strade in buona parte adatte ai veicoli. L’Elba ha una duplice anima, legata alla sua natura e alla storia. Le spiagge sono di diverso tipo: roccia bianca, ciottoli o sabbia, con delle acque cristalline perfette per le immersioni.
L’isola oltre a un mare splendido offre percorsi per escursionisti e per ciclisti molto curati. Allo stesso modo, gli appassionati di storia possono esplorare musei e siti etruschi, ma anche alcune rovine degli antichi romani e le due case di Napoleone. Sono presenti anche dei resti abbandonati di un’industria siderurgica.
Una volta sbarcati a Porto Ferraio, ci dirigiamo verso il nostro albergo per lasciare le nostre cose e rilassarci un momento. Soggiorneremo in Via del Moletto, in località Lacona, sfruttando all’occorrenza la colonnina Plenitude+Be Charge nei dintorni (al civico 156 della via).
Il nostro primo pomeriggio nell’Isola decidiamo proprio di passarlo in zona, presso la spiaggia sabbiosa di Lacona. Decidiamo di vivere anche la serata nei dintorni, per prepararci alla giornata successiva.
Giorno 2: Seccione, Padulella e Capo Bianco
Trovandoci in uno dei luoghi con le spiagge più belle d’Italia, il mare non potrebbe che essere il protagonista di questo nostro breve soggiorno. Il nostro secondo giorno lo passiamo infatti in tre spiagge confinanti tra loro, considerate tra le più belle di tutta la località.
Parliamo di tre spiagge di ciottoli bianchi: Seccione, Padulella e Capo Bianco. Nei dintorni di Capo Bianco c’è un parcheggio a pagamento, altrimenti è possibile lasciare l’auto – con un po’ di fortuna – negli spazi adiacenti alla strada. Tra le tre Capo Bianco è sicuramente la spiaggia più nota e più facilmente accessibile, ma nuotando o via terra è possibile raggiungere abbastanza facilmente (con delle buone scarpe) anche le altre due.
Avendo pranzato con dei panini al mare, dedichiamo la sera alla scoperta della cucina isolana e toscana. Tra i sapori che vi consigliamo di provare ci sono la palamita sott’olio, i muscoli ripieni, il risotto al nero di seppia o le penne in barca alla Benassi.
Giorno 3: Sulle tracce di Napoleone e Porto Azzurro
Soprattutto all’estero il motivo principale per cui è conosciuta l’isola d’Elba riguarda il fatto che Napoleone vi sia stato esiliato nel 1814 per 10 mesi. L’imperatore aveva a disposizione due ville, una a Porto Ferraio e un’altra proprio sulla spiaggia: parliamo di Villa dei Mulini e Villa San Martino.
Possono essere visitate entrambe e distano circa 6 chilometri tra loro, ma vi consigliamo di controllare i giorni e gli orari di apertura e chiusura prima di andare. Il costo per l’entrata è di 8 euro (biglietto intero) per ogni abitazione.
Nei primissimi giorni del suo soggiorno all’Elba – dal 4 maggio al 21 maggio 1814 – Napoleone visse in quello che attualmente è il Municipio di Portoferraio. Quindi si trasferì nella villa dei Mulini, sempre a Portoferraio. Fece costruire la parte centrale del primo piano per ospitare Maria Luisa e il Re di Roma ma nessuno dei due decise di trasferircisi. Al piano terra si trovano le stanze dell’imperatore: il salotto, la biblioteca, la camera da letto, lo studio e l’aula del consiglio.
Successivamente si spostò presso la Villa San Martino: in una piccola valle coltivata a vite, lontano dalla calura e dai tumulti di Portoferraio, Napoleone fece trasformare una casetta in una villa privata dall’architetto Paolo Bargigli e dal decoratore Vincenzo Antonio Revelli. L’edificio neoclassico che i visitatori scoprono all’arrivo è il palazzo Demidoff, oggi divenuto Galleria, costruito nel 1851 dal marito della principessa Matilde, grande ammiratore di Napoleone.
La villa di San Martino è dietro la Galleria. Al primo piano si trovano le otto stanze che furono abitate, di queste, tre furono occupate dall’imperatore, tre da Bertrand e dagli ufficiali. Altre due erano invece riservate a riunioni e ricevimenti.
Se non riuscirete a visitare le due residenze non preoccupatevi, la presenza dell’Imperatore è riscontrabile anche nel resto dell’isola. La residenza della madre di Napoleone, Casa Vantini, è situata in via Ferandini 12, 110 metri dopo la Chiesa del Perdono, dove ogni anno il 5 maggio si celebra una funzione speciale per commemorare la morte di Napoleone.
Inoltre, a Monte Giove, dopo Marciana Alta, Napoleone si stabilì presso l’Eremo della Madonna del Monte dal 23 agosto al 4 settembre 1814. In località Poggio troverete invece la Fontana di Napoleone, la cui acqua – si narra – fu apprezzata particolarmente dall’imperatore. Infine a Porto-Azzuro, vi è una fortezza che fu residenza di Napoleone dal 5 settembre al 24 settembre 1814.
Proprio a Porto Azzurro abbiamo concluso la giornata con una passeggiata serale e una cena a base di pesce in uno dei ristoranti a due passi dal mare. Dando un’occhiata in anticipo ai ristoranti ci si può fare un’idea per trovare il più autentico e vicino alle proprie necessità.
Giorno 4: Escursione in Barca e Spiaggia della Paolina
Passare un po’ di tempo all’Isola d’Elba senza fare una gita in barca potrebbe essere un grande rimorso. Vi sono decine di imbarcazioni, di tutte le misure, che svolgono diversi tour nell’isola. Si può optare per navigare mezza giornata o per l’intero giorno.
Noi abbiamo optato per un’escursione di circa cinque ore nel sud dell’isola, partendo la mattina presto. La caratteristica principale di queste gite in mare sono le numerose soste per fare immersioni e bagni o per scoprire angoli dell’isola altrimenti impossibili – o difficilmente accessibili – in superficie.
Tra le diverse immersioni, una è davvero singolare e alla portata di tutti: a pochi metri dalla spiaggia di Pomonte si trova infatti un relitto quasi a pelo d’acqua. Meta di molti sub, sul fondo del mare si trovano i resti dell’Elviscot, una nave mercantile italiana affondata nel 1982.
Tra le altre cose che ci hanno colpito spiccano anche le spiagge di ciottoli neri sparse per l’isola, come quella di Terranera. Abbiamo inoltre potuto osservare calette e grotte nascoste e circumnavigare le isole Pianosa, Capraia e Montecristo.
Se non vi abbiamo ancora convinti, sappiate che non è raro imbattersi in gruppi di delfini a largo dell’Elba: vederli è un’emozione bellissima da vivere.
Dopo esser tornati sulla terra ferma e aver pranzato, torniamo in auto direzione Marciana Marina, e più precisamente in località Procchio. Lungo la provinciale con un po’ di fortuna è possibile parcheggiare e scendere da una scalinata nel bosco per arrivare alla riservata Spiaggia della Paolina. Il nome di questa spiaggia è legato alla sorella di Napoleone, Pauline.
Giorno 5: Spiaggia di Marina di Campo e Spiaggia Feliciaio
Il nostro ultimo giorno nell’isola lo dedichiamo alla scoperta di altre splendide spiagge: dopo esserci svegliati presto per evitare problemi di parcheggio raggiungiamo la spiaggia di Marina di Campo, una delle più note e attrezzate del territorio. La mattinata scorre lì e decidiamo di pranzare in zona, non prima di aver lasciato l’auto in carica presso una delle due colonnine nei pressi di Piazzetta Torino.
Nel pomeriggio ci dirigiamo prima alla spiaggia alla spiaggia Feliciaio, per poi tornare nelle vicinanze del nostro albergo in zona Lacona per cena. Il nostro viaggio è volto al termine, e dopo aver passato l’ultima sera sull’isola ci svegliamo diretti a Porto Ferraio per il traghetto di ritorno.
Nonostante le nostre numerose tappe, ci sono altre spiagge (e altri luoghi di interesse storico), da non perdere per godersi l’Isola d’Elba in auto elettrica se il tempo a disposizione lo permette, come il Golfo Stella, la spiaggia di spiaggia della Guardiola, la spiaggia di Sansone e molte altre.